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venerdì, aprile 30, 2010

Funeral Blues

"fate tacere l'uomo con un osso succulento"


Credo che sia arrivato il momento di diventare vegetariana.

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domenica, marzo 07, 2010

La Trilogia della Villeggiatura

Ieri sera io ed Ila-m ci siamo date alla vita mondana, e siamo state in teatro a guardarci la "Trilogia della Villeggiatura" di Goldoni, con la regia di Toni Servillo: tre ore di spettacolo che sono sembrate passare in cinque minuti!
Attori bravissimi, anche se a parer mio l'interpretatrice di Costanza avrebbe potuto fare più scarti con la voce; scenografie ridotte al minimo indispensabile (anche se rimango sempre a bocca aperta vedendole comparire dall'alto!) forse per compensare la bellezza -e il costo- dei costumi.

L'unica pecca è stata la posizione in cui eravamo: sul palchetto più vicino al palco, nel terzo piano. Ma d'altronde erano rimasti pochi posti disponibili, e abbiamo dovuto accontentarci..
E comunque, da quel posto abbiamo potuto vedere particolari che altrimenti ci sarebbe stato impossibile notare, come ad esempio l'effettiva presenza del thè nella tazza di Filippo, o il fatto che nella lettera letta ad un certo punto da Servillo non c'era scritto neanche un suggerimento,al contrario di quella di Giacinta.

Ah, e che nessuna attrice portava il reggiseno!

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domenica, febbraio 28, 2010

LUSH(atemi respirare in pace) #2

Credevo di aver chiuso definitivamente con questo negozio.
Ma mi sbagliavo.






Sul treno delle 18.32 che da Pisa va a Firenze è sempre un miracolo trovare posto, un po' come quello delle 14.27 il venerdì, ma col tragitto all'incontrario: fortunatamente in quest'ultimo c'è sempre qualche posto vuoto accanto a qualche ragazzo di colore che deve scendere a Pontedera (grazie razzismo, grazie!)
Stranamente questa volta io ed ila-m abbiamo avuto fortuna, e tornando alla bella Fiorenza ci siamo sedute accanto ad una ragazza intenta a leggere "Non buttiamoci giù" di Horby, cosa che le ha fatto guadagnare la mia stima.
Ci sistemiamo sui sedili, io inizio a leggere Julie&Julia (da cui l'ononimo film) prestatomi da Sara-sca (finalmente tornata dall'erasmus) mentre ila-m si dedica alla settimana enigmistica.
Il tempo che il treno parta che mi accorgo di qualcosa di strano:

"Perchè questo vagone profuma?" domando ad alta voce
"Magari lo hanno appena lavato" risponde ila-m
"Mpf, più probabile che ci sia qualche commessa LUSH seduta da qualche parte!"
"Ma quanto sarai scema?" e si rimette a fare parolòe crociate.

Io cerco di mettermi il naso in pace e di concentrarmi sul libro, ma proprio non ci riesco. E' più forte di me!

"No, sul serio.. questo è il tipico odore LUSH!" e mi metto a guardarmi attorno, nell'intento di scovare la fonte dell'odore.
Poi, lo vedo: nella corsia di fianco, un ragazzo che guarda nella mia direzione, annuisce ed alza l'indice con l'espressione di chi è stato colto con le mani nel sacco.
Scoppio a ridere e distraggo Ila-m dal suo 3-verticale, nome-di-donna-tre-lettere: l'intramontabile ADA.

"Visto? Avevo ragione!" e glie lo indico.
Il poveretto conferma nuovamente.
Al che Ila-m gli pone la domanda. Non la domanda: la domanda.
"Ma.. ma come fate a sopravvivere?"
"Beh. Il cervello dopo un po' si abitua.. i vestiti no."

Scendiamo tutti e tre a Santa Maria Novella.
Sono passate tre ore, ma il naso mi pizzica ancora.

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martedì, febbraio 09, 2010

.Ad un anno dal coming out

Giusto in questi giorni ricorre l'anniversario del mio coming out , anche se sarebbe più appropriato parlare di "finding out".
Mi domando cosa sia cambiato in questi dodici mesi fatti di poche parole, di frasi lasciate a metà, di frecciatine velenose, di sospiri, di voci tremule, di occhi arrossati, di delusione reciproca.

"Devi vedere come è bellina la figlia di Sara.."
"Chi?"
"Di Sara, la figlia del Dottore!"
"Ah sì?"
"Sì.."
".."
".."
"E te quando me lo fai un nipotino?"
".."
".."
"Esco. Non torno per cena."



Non è cambiato un cazzo.

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mercoledì, febbraio 03, 2010

LUSH(atemi respirare in pace)

Se dovessi rispondere alla domanda "C'è un negozio che ti inquieta, nella tua città?" non risponderei "Il museo dei serial killer e della pena di morte" di via Cavour, o "L'apostolato liturgico" di Piazza Duomo. No.
Se c'è un negozio che mi inquieta, e lo ha sempre fatto fin dai tempi in cui abitavo a Milano, è sicuramente il negozio LUSH.

Quando c'è un negozio Lush nei paraggi, lo senti da chilometri di distanza.
Non appena il tipico odore Lush (un mix esplosivo fra Gelatine doccia, Burroni, Cazzilli, Saponi e chi più ne ha piu ne metta) raggiunge i recettori nasali, nulla può più fermarlo. No: neanche la ditata di Vicks Vaporub sotto al naso.
Ecco che, in una frazione di secondo, l'impulso nervoso è partito verso il sistema limbico, l'ipotalamo, l'amigdala ed infine approdato alla corteccia olfattiva primaria.
A quel punto il danno è fatto: mentre una manciata di neuroni olfattivi sono morti all'istante, quelli motori sono letteralmente andati in tilt, e la vostra deambulazione è volta verso il negozio. Già, perchè a quel punto l'odore Lush si è trasformato in una vera e propra droga,tipo Popper insomma, procurandovi vasodilatazione, rilassamento della muscolatura ed euforia. Solo che l'effetto non dura 30 secondi!

Una volta arrivati davanti al negozio, due sono le reazioni possibili: i forti di spirito hanno un'overdose e si allontanano, i deboli.. entrano.
Fortunatamente faccio parte della prima categoria, ma ho avuto modo di far parte anche della seconda (il Natale e la mancanza di idee-regalo provoca questo e altro) e di restare con le narici dilatate per ben 2 settimane.
Per carità: niente da ridire sui valori che dicono di avere (il motivo delll'estinzione dei Dodo mi è sempre stata sospetta), ma vogliamo parlare dei nomi?
No, dico: i nomi.
Immaginatevi una conversazione fra due giovani teenagers appena uscite da quel negozio (con 100 euro di meno nel portafogli, perchè alla fine a mio avviso non è che sia il massimo della convenienza..)
"No, ciè Famolo, Sesso e Volentieri..? Strafrico!"
"No, xkè, vogliamo parlare di Sex Bomb e Somma goduria?!"

Mah, resto perplessa.
Perplessa e fedele all'Erboristeria dell'angolo, quella in cui entrando vengo accolta da un delicato odore di spezie e dall'erborista di fiducia che mi sorride tranquillo, e non isterico come le povere commesse della Lush, che squittiscono in falsetto e che a fine turno di lavoro si ritrovano a compiere gesti tipo questo, dettati dai fumi dei sopracitati prodotti.
Sorrido di rimando all'erborista, e chiedo un etto e mezzo di semi di finocchio, cinquanta grammi di menta essiccata, tre radici di liquirizia e dell'anice stellato per le mie tisane.

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domenica, gennaio 17, 2010

Eternal sunshine of a violet mind

L'ho guardato di recente per la seconda volta, e se alla prima mi era piaciuto, a questa si è aggiudicato il secondo posto nella classifica dei miei film preferiti.
Non sto a spiegarne il perchè: in genere adoro i film che presentano un intreccio nel quale è facile perdersi (viva le prolessi ed i flashforward: mica si vede che sto studiando per l'esame di analisi del film?)

Sono di quest'umore.. "mh", di quelli che quando ti chiedono "Come stai?" rispondi, appunto, "mh".
Mi ritrovo ad avere sempre questo umore dopo la fine di uno stage teatrale.
La full immersion in esercizi e prove mi mette di fronte alla verità che nient'altro mi interessa al di fuori del palco, verità che si trasforma in frustrazione quando mi accorgo di credere di non essere ripagata al pari del mio entusiasmo.

Mi domando se io mi stia sopravvalutando, per ora resto nel dubbio.

"Aspetta!"
"Che c'è?"
"Non lo so!"
"Cosa vuoi?!"
"Aspetta! Voglio soltanto che aspetti ..un po'."
"..va bene."
"Davvero?"
"Io non sono sono un'idea, Joel, ma una ragazza incasinata che cerca la sua pace mentale."

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sabato, gennaio 02, 2010

Buoni propositi per il 2010

"Sai, ho un buon proposito per il nuovo anno!"
"Ah sì? Quale?"
"Ridurre la carne.."
"Vuoi diventare vegetariana?"
"Parlavo di carne umana."

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venerdì, dicembre 25, 2009

Have yourself a Merry Little Christmas

Click

"Ho sempre pensato che quello che fai a Natale rappresenti un po' la tua concezione della vita.
Avrei passato questo Natale come facevo di solito: guardando videocassette e facendomi di alcool e droghe!
"

Eh sì: "About a Boy" è proprio il mio film preferito!
Per quanto riguarda il mio Natale, prima di seguire i consigli di Will, ho dovuto partecipare al pranzo (fortunatamente senza parenti prossimi).
L'apice del pasto si è raggiunto mentre alla tv passavano le immagini dell'attentato al Papa (unico evento che mi ha rallegrato in tutta la giornata) e il cane di là in salotto reclamava aiuto per scendere dal divano: mamma mi ha scaraventato un piccione striminzito con un collo giraffesco nel piatto, babbo ha esclamato senza indugi e con tono funebre "Questo è il peggior Natale della mia vita".
Ho concordato ad alta voce,ho tracannato un bicchiere di novello.

Poi ho aspettato che qualcuno venisse a salvarmi.

*Aggiunta del post-Natale*

Ovviamente non poteva finire così semplicemente e così, giacchè il cane non voleva dormire da solo, mi sono messa a guardare l'immancabile puntata natalizia di X-Files: una vera e propria goduria per gli appassionati. (How the ghosts stole christmas - ep. 6x06)
Alle due di notte è impossibile non traslare su se stessi ciò che si sta guardando la notte di Natale, no?

"Lei appartiene alla categoria dei narcisisti egomaniaci farisaici e iperzelanti.
Ama definirsi un individuo semplice ma nel quotidiano sfoggia un atteggiamento altamente compulsivo e stakanovista permeato dall'asocialità. E' un terreno fertile sul quale rischiano di attecchire svariate patologie mentali.Sa perchè è convinto di aver visto tutte quelle assurdità?Perchè è un uomo solo. Un uomo solo e disperato che si consuma perseguendo illusioni paramasturbatorie. Che cerca di infondere alla sua vita quel briciolo di significato che la sua patetica incapacità di adattamento sociale non le permette di assimilare attraverso i canali convenzionali. Lei ha un' alta stima di sè, si considera passionale, sincero, incompreso.
Lei è destinato a sorbirsi il suo eterno razionalizzare perchè ha paura, paura della solitudine. Ho indovinato?
"

Semplicemente stupendo.

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venerdì, dicembre 18, 2009

E per un attimo ho temuto sul serio che il volo FR 9994 precipitasse nel mare infinitamente blu della Sicilia: qualche attimo di panico prima di vedere la rassicurante pista di atterraggio dell'aereoporto, le bellissime montagne tutte attorno..

Tre giorni di full immersion nella mia realtà parallela, un mondo che talvolta è risultato così simile al mio da farmi pensare che, forse, non siamo quattro persone distinte. Forse siamo solo due, o quattro sfaccettature della stessa persona.
Che strano muoversi nelle vostre case,e camere da letto: mi hanno fatto capire molte cose e confermato altre.
Mi sono ritrovata a provare emozioni che credevo non avrei retto, causate da sorrisi, abbracci, risate..
Vi ho seguite con curiosità in tutti i vari itinerari, cercando di assimilare quante più cose possibili: adesso, quando penso, vedo.

Sono combattuta fra il voler ricordare ogni singolo istante, e il far finta di non aver mai fatto quel viaggio.
Credo che sia lo stesso atteggiamento chi commette un omicidio, il tentativo di rimuovere il delitto unito al desiderio voler sulla scena del crimine.

Chi, cosa è rimasto ucciso in quei tre giorni?

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giovedì, dicembre 03, 2009

Prepararsi all'addio

E' dura, dopo dieci anni di vita, sentirsi dire che non c'è cura per quel male che si è insediato nel midollo spinale.

E' dura accettare che non scodinzolerai più al mio ritorno a casa: sei l'unica creatura fra quelle quattro mura che è felice di vedermi ogni volta.

E' dura rendersi conto che fra poco smetterai di giocare con la tua tartarughina gialla, che non ti animerò più inventandoti una voce tutta tua, che non ci saranno più i nostri rituali: giocare ad "acchiappa la zampa", abbaiarci da parti opposte della poltrona, fare le nostre passeggiate solitaria sulla spiaggia invernale.

E' dura vederti combattere invano contro un tumore che ti sta privando gradualmente di tutte le zampe,che poi passerà all'appetito, e infine prenderà il tuo cuore.

E' dura perchè ancora non soffri e cerchi di comportarti come sempre: provi a camminare malgrado la zampa anteriore destra non ti risponda più, abbai quando vuoi bere o andare a fare pipì, mi guardi con aria interrogativa mentre ti bagno di lacrime.

Ed io sono qui, combattuta fra il volerti vivere fino all'ultimo minuto e l'augurarti che presto tutto abbia fine.

Senza di te, quella casa sarà ancora più insopportabile.
E non credevo che fosse possibile.

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martedì, novembre 24, 2009

La vie en Monopoli

Ci sono troppi imprevisti e poche probabilità per quel funghetto nato lungo il ciglio del Viale dei Giardini: non può competere con la pera di Parco della Vittoria,sempre la prima a vincere il premio di bellezza.
Percorrendo un Vicolo Stretto,talmente stretto da sembrare cieco ma con la speranza che sia Corto, ha pescato la carta che lo obbliga a fare tre passi indietro (con tanti auguri) anche se preferirebbe di gran lunga andare dritto in prigione senza passare dal Via.
Non c'è verso di trovare un Posteggio Gratuito in Piazza Università, tanto vale farsela a piedi fino alla Stazione Nord giusto in tempo per vedersi sfrecciare davanti l'ennesimo treno perso.
Il lume della candela, da Piazza Giulio Cesare, declama a gran voce che la Tassa Patrimoniale è troppo alta per chi non può permettersi lussi, e che inutili sono i premi di consolazione della lotteria di Merano se a vincere il Terno al Lotto è sempre quell'invasata della piantina.
Ha smesso di combattere cause perse in partenza, il funghetto, e crede che presto finirà per pagare un salato conto del dottore se continuerà ad avere le proprie crisi.
Parlando con la pedina indefinita si sono giurate di non diventare mai amiche ma di restare soltanto conoscenti, così da non dover pagare le 10000 lire ad ogni compleanno correndo l'alto rischio di fare il regalo sbagliato.


Che senso ha continuare a tirare il dado?

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mercoledì, ottobre 07, 2009

Ce ne vorrebbero di più di mamme così!

La giornata di ieri si prefigurava come l'ennesima giornataccia: sveglia alle 7 (dopo cinque ore di sonno nel materasso a U) per essere presto in Segreteria e cercare di accaparrarsi uno dei soli 90 numeri che vengono distribuiti dalle 8.15 (e che alle 8.16 sono già finiti).
Arrivo alle 7.45 davanti alla Segreteria e scopro di aver sbagliato giorno: il martedì la segreteria è aperta il pomeriggio.
Torno a casa,mi butto sul letto e dormo fino a quando un amico della Paolina suona il campanello, mangio un panino al volo e corro di nuovo in Facoltà, col tipico rincoglionimento di chi ha dormito quando in realtà non doveva affatto farlo.
Prendo appunti a pizzichi e bocconi e alle 15.15 decido di andare a trovare ila-m al suo Polo Universitario.

Arrivata lì, un cartellone scritto a mano attira la mia attenzione: "Oggi ore 18 proiezione di Homo Fobicus nell'aula 111 del Plesso D5. Ospiti del giorno, i ragazzi dell'Arcigay di Firenze e Rita De Santis,Presidente dell'Associazione AGeDO"
Inutile dire che quell'incontro mi ha completamente rivoluzionato la giornata: abbiamo parlato non solo dell'omofobia, ma anche del "Lexicon", di "Due volte genitori", della difficoltà che hanno i gay nel donare il sangue o di quanto possa essere deleteria una canzone e poi, proprio mentre stavo per alzare la mano.. "Ragazzi dobbiamo interromperci, perchè come da programma è arrivata l'ora dell'aperitivo Jazz!"

Tutti si sono alzati per ranngiungere il luogo dell'aperitivo, e fra questi anche Rita. Timidamente l'ho avvicinata, per porle in privato la mia domanda.
C'è stata una risposta, una mano tesa, un abbraccio caloroso e la promessa di rimanere in contatto.

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sabato, ottobre 03, 2009

Basterebbe solo un po' più di faccia di culo

Ogni volta che finisce l'estate, e che riprendo la vita invernale, sono combattuta fra due sentimenti ben distinti: la felicità di tornare a vivere a Firenze (con la curiosità del "Chissà dove vado a vivere quest'anno!"), riprendere la Scuola Teatrale, frequentare gli amici fiorentini... e l'angoscia dell'università e del vedersi sparire i soldi senza avere neanche un'entrata.

Qui dall'appartamento spagnolo, infestato dalle zanzare, ogni tanto mi lascio trascinare sotto dai pensieri negativi. In quei momenti neanche la voce stridula della Paolina, che bestemmia in pisano contro il frigorifero che perde di nuovo, mi risolleva il morale. Questo perchè il mio cervello è capace di fare straordinarie associazioni mentali, di radunare tutta la merda presente nei campi università, famiglia, percezione del proprio essere, e di buttarmela addosso a palate.
Ovviamente, per fortuna, sono momenti passeggeri che ho imparato maldestramente a gestire per poi gettarmi sfinita fra le braccia di ila-m, alla quale nel frattempo ho attaccato il malumore.

Sono arrivata quindi ad una conclusione: mi basterebbe avere solo un po' più di faccia di culo.
In questo modo ieri avrei detto alla Prof. -che non mi ha accettata al corso- che è un'emerita testa di cazzo, oppure avrei iniziato a cercare lavoro tartassando negozio dopo negozio invece di guardare languidamente ogni vetrina in cerca di un cartello "Cercasi personale".


Ma si sa, io di faccia a culo non ne ho.

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martedì, settembre 22, 2009

Sgradevole sensazione di vivere in un film,

in un film grottesco.
No, non parlo di quelli tipo Boldi e De Sica, ma piuttosto qualcosa che si avvicina ai film della Buy, con quell'atmosfera indescrivibile che pervade tutta la pellicola, e che alla fine dei 90 minuti ti lascia con l'amarognolo in bocca.

Oggi pomeriggio, ad esempio, me ne stavo seduta tranquilla su una panchina assieme ad Ila-m dopo aver mangiato un bel gelato (ai gusti di ricotta e fichi, cacio e pere e menta), quando il telefono ha squillato.
Niente di anormale, qui, se non fosse che dall'altra parte della cornetta c'era mia madre, furibonda, che mi sbraitava contro di aver lasciato la casa in disordine; dopo cinque minuti buoni di urla ininterrotte ho deciso che era meglio riattaccare e parlarne a quattr'occhi.
Nel tragitto fra il parco e la casa ho incontrato la mia vecchia Prof. di Educazione Artistica delle medie, che ha voluto sapere nei minimi dettagli la mia vita negli ultimi 7 anni.

Entro in casa e trovo la psicopatica accanto al pianoforte, con in mano una manciata di spartiti che, sì, ok avevo lasciato in terra.. ma prenderli e lanciarli in aria al mio arrivo non mi sembra la soluzione migliore, no?
Dopodichè ha iniziato a domandare "Cosa ci fa tutta quella birra e quel vino nella spazzatura?" (una ceres ed un Chianti scadente) e a fare l'apologia della sua ideale uovoallacoque, che non ha mai bevuto birra nè vino, e anche poca acqua!
Poi si è trasformata in una SS ed ha iniziato ad ordinare di pulire questo e quello e quell'altro ancora perchè lei non aveva lasciato la casa in quelle condizioni! E chissà in che modo vivi te, ah ma io non ti ho imparato (sì sì, ha detto proprio "imparato") il disordine, perchè chi è disordinato nelle cose è disordinato anche nel cervello!

Quindi, fatemi capire: bevo poca acqua e ho disordine nel cervello.
Uhm, non credevo che essere gay provocasse questi danni collaterali!

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sabato, settembre 19, 2009

Dammi un paio di forbici che mi taglio i capelli

La prossima volta che anticiperò in un post la mia volontà di andare dal parrucchiere, fermatemi.
Per favore, fermatemi.

Ok, e va bene che erano due anni che non ci andavo.. però spendere 50 euro tutte d'un botto e sentirmi anche chiedere "Va bene se ne batto solo 12?" mi ha fatto andare in bestia.
Ovviamente ho fatto battere tutti e cinquanta gli euro: minimo minimo pretendo lo sconto, se vuoi evadere il fisco, ladra!

Sul serio, sono shockata.
Ecco, sì: il parrucchiere mi traumatizza.
A cominciare dal lavaggio, da quell'orrendo e scomodo lavandino che c'ha la slogatura della prima vertebra cervicale in omaggio: ma che diamine, perchè non attutiscono l'appoggio in qualche modo? Basterebbe un po' di gomma impermeabile!
E invece no.
Sei lì, in quella posizione innaturale da capretto sacrificale che tenti invano di deglutire i litri di bava che stai accumulando, quando la parrucchiera ti domanda -mentre ti conficca le unghie nella corteccia celebrale- "Va bene la temperatura dell'acqua?"
Ora, se rispondi di no è la fine: sarebbe capacissima di prendere della carta stagnola e di tagliarti la gola di netto, con un gesto che farebbe invidia a Gaemon.
Non ti resta che rispondere con un sì, che a causa della bava esce come un "Shlìì..", e pregare che la tortura abbia fine.
Ma la shampista ci gode a vederti soffrire, e cercherà in tutti i modi di prolungare la tua agonia con domande-trabocchetto che hanno anche la funzione di depilare il tuo portafoglio:

"Faccio uno shampoo per donare più lucidità ai capelli?"
"Uhmblbl.. no" (e lo dici ti scappa anche la bolla di saliva fra le labbra)
"Lo shampoo post colore?"
"No."
"La crema per i ricci sì però eh, ci vuole.."
FAMMI QUESTO CAZZO DI LAVAGGIO, STRONZA! vorresti urlargli.
Invece alla fine cedi alla crema.
"..oook"

Altre unghie nel cranio, altri litri di bava, altra acqua nelle orecchie a sventola.
Quando finalmente senti l'asciugamano sui capelli non ti sembra vero, sotto le direttive della malefica barcolli sfinita in direzione di una sedia, e sei pronta ad accettare qualsiasi taglio: è per questo che mi ritrovo delle appendici leggermente più corte (un paio di centimetri di meno, per la bellezza di 13 euro!), dal color prugna.

Avete mai fatto caso che, dal parrucchiere, nessuno e sottolineo nessuno sorride, allo specchio?
Un motivo ci sarà, no?

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domenica, settembre 13, 2009

Il risveglio

Mi trascino nella sala da pranzo. Mi butto sul divano.
Nausea.

Alla mia destra una quarantenne: è avvolta in un lenzuolo, e fuma una Marlboro.
All'acquaio della cucina un trentenne che pulisce dei pesci, e li sistema in sacchetti di plastica.



Reprimo un conato di vomito e tento di ricostruire la serata prima.

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martedì, agosto 25, 2009

Waiting for Edimburgo

You say you wander your own land,
But when I think about it I don't see how you can.

Ho in mano questo biglietto low cost per Edimburgo: cinque giorni per fine settembre.

You're aching, you're breaking and I can see the pain in your eyes,
Says "Everybody's changing and I don't know why".

Ho prenotato in una camerata mista da dodici, in un ostello del centro.

So little time
I try to understand that I'm,
I'm trying to make a move just to stay in the game,
I try to stay awake and remember my name
But everybody's changing and I don't feel the same.

Per adesso tutto quello di cui ho bisogno è staccare un po' la spina da tutto, e sentire solo freddo.

You're gone from here soon you will disappear fading into beautiful light,
'cause everybody's changing and I don't feel right.

Ho bisogno di sentire freddo sulla punta del naso, e di avere la mente sgombra da tutto davanti ad un paesaggio mozzafiato.

So little time
I try to understand that I'm,
I'm trying to make a move just to stay in the game,
I try to stay awake and remember my name
But everybody's changing and I don't feel the same.


Perchè tutti stanno cambiando, ed io non mi sento bene.


(La canzone in realtà è di Keane, solo che la sua versione mi deprime.)

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giovedì, agosto 06, 2009

Status: Low Battery

Agosto è iniziato, e si sa: in un posto di mare ad Agosto è sempre Sabato.
Il mio non avere un giorno libero a settimana inizia a farsi sentire, colpa anche dei muratori che si ostinano ad iniziare i lavori alle 7 e mezzo spaccate di mattina.
Colpa anche del fatto che, senza un mezzo di trasporto dotato di motore, mi sento un po' in gabbia e (spesso) una palla al piede per coloro ai quali scrocco continui passaggi per ritornare a casa.
Cerco di bilanciare la stanchezza con integratori di sali minerali, e Mojito: pessimo cocktail.
Alcune volte la stanchezza prende la forma dell'odio, ed inizio a maledire chi si può permettere un'intera estate di vacanze: se scorro indietro nel tempo mi accorgo di aver perso il conto degli anni in cui potevo farlo anche io.
A volte vorrei essere ricca (e depressa).
Altre volte ancora trovo tutto quello che ho citato sopra, ingiusto.
Scelte di vita, dicono.
Scelte di vita altrui, dico io.

Pura e semplice botta di culo, pare.

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sabato, giugno 20, 2009

C'è di n-uovo che

quando ho salito l'ultima rampa di scale è stato babboallacoque a vedermi per primo.
E dalla sua faccia ho capito che mammallacoque non gli aveva detto nulla della visita programmata, perchè "Pensavo che non saresti venuta" mi ha spiegato poco più tardi, mentre eravamo entrambe sedute sul divano del salotto.

Probabilmente è stato tutto merito del sogno fatto la notte precedente: compravo una cialda con gelato ai gusti di ricotta e fichi, menta, e cioccolato. Se non avessi fatto quel sogno, dubito che avrei trovato il coraggio di NON rimandare ancora quello che era giusto fare.

Così, dopo i primi due minuti di un'imbarazzante, banale conversazione ("Come va il lavoro?" "Sì, bene. A te?" "Bene" "Bene."), ai primi 5 secondi di silenzio siamo scoppiate a piangere entrambe, per ore.
E ci siamo abbracciate: il 16 giugno 2009 l'uovoallacoque ha abbracciato sua madre per la prima volta nei 21 anni che avrebbe compiuto giusto il giorno seguente.
Ci sono state parole dette a cuore gonfio "Sei sempre la mia bimba", "Non voglio nessun'altra mamma", ed altre ancora che non credevo che sarei riuscita a dire, e che so di non avere il coraggio di ridire.
Per il resto, ila-m per adesso viene appellata come quella, o al massimo come quella-che-sta-con-te, e so che è già un enorme passo avanti. E' iniziato un lungo percorso di accettazione, alla quale forse non arriveranno mai.
Il prezzo per la riconciliazione è stato pagato: io ho perso il portafogli, il babboallacoque è stato tamponato da un camion che ha semi-distrutto la macchina nuova.

Le emozioni continuano a travolgermi inaspettatamente, come questo temporale estivo che si sta scatenando proprio adesso fuori dalla finestra.
E non nego che vederti spuntare dall'entrata dello stabilimento balneare sia stato il secondo regalo più bello del mio compleanno: tu, con le tue magliette colorate e un giardino zen nel posacenere della macchina. E in fondo sapevo che lo avresti fatto, che saresti venuto, da bravo QUATTRO. Lo sapevamo entrambi: è per questo che abbiamo fatto finta di niente fino all'ultimo, no? La tua visita è stata un antipasto, hai ancora altri luoghi da assaporare, assieme alla pappa al pomodoro.

E continuo ad aspettare, ma stavolta attendo un pomeriggio libero da poter spendere assieme ai miei dolci "Tre quarti", come dice egi, per comprare stupidi oggetti con i quali personalizzare casa.

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lunedì, maggio 25, 2009

Yes, weekend!

I miei fine settimana stanno diventando sempre più lunghi, e lo stato di distruzione fisica e mentale con cui ne esco è direttamente proporzionale alla mia felicità. Sì sì, direttamente: più sono felice, e più mi metto alla prova.

Questa volta il mio fine settimana è iniziato giovedì sera, quando ho avuto il coraggio di dire all'insegnante di teatro tutto ciò che ne pensavo sulla performance che stiamo preparando. Non sono mancati i malintesi, ma alla fine della discussione mi sono sentita decisamente più leggera.
Peccato che lo spettacolo mi faccia cacare ugualmente.

Venerdì in maremma, invece, ho avuto la conferma delle voci di corridoio che giravano da un po' (le ultime 3 righe, per intenderci) quando a notte inoltrata sono piombata in garage con Egi e Sara-sca e mi sono ritrovata davanti questa qui, nera, al posto della Limitata. Ho imparato a memoria le ultime cifre della targa, ripromettendomi di staccare il simbolino non appena la troverò fuori, di notte.

Sabato mattina all'insegna del recupero dei vestiti estivi. La missione è iniziata alle 11.15, dopo essermi assicurata tramite una chiamata che la casa fosse libera.
Non riesco neanche a descrivere la sensazione che ho avuto, una volta entrata: mi sono sentita una perfetta estranea, una ladra. Il cane che mi ha riconosciuta a stento, l'acquario dismesso da anni.. pieno di pesci e e e una scrivania nuova in quella che un tempo era la mia camera da letto ma che adesso sarà diventata lo "studio" di mio padre. O la camera degli ospiti.
Ho arraffato pantaloncini, magliette a maniche corte. Ho appallottolato tutto nello zaino, e alle 11.30 ero già nuovamente sulla macchina di Egi, che mi ha portata lontano, per calmarmi.
E mentre l'mp3 suggeriva la soluzione ho pensato "che colmino pure i loro vuoti e i loro errori con oggetti costosi: io farò lo stesso, ma con sorrisi di altre bocche ed abbracci di altre mani".

Ho tentato di non pensarci più. Ho fatto il primo bagno della stagione, tuffandomi dalla stessa barca sulla quale, più tardi, io ed Egi abbiamo fatto finta di essere due pirati. Come se avessimo ancora 13 anni, quando fingevamo di far parte di una banda.
Ho mangiato le prime ciliegie dell'anno, bevuto birra su birra, sono diventata fratello di un amico che forse d'ora in avanti si fiderà di me, ed infine sono crollata a dormire sui sedili posteriori prima, e trascinata a letto dopo.

Solo tre ore più tardi (7,15 in punto) è suonata, crudele, la sveglia: è stato il primo giorno di lavoro al barretto.

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