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giovedì, luglio 31, 2008

Ansia pre-decisione

Eccola che arriva, subdola e latente.
Si manifesta come un lieve fastidio non meglio definito, che provoca insofferenza a qualsiasi cosa: è l'ansia pre-decisione.
Siccome so che devo prendere delle decisioni ma ancora sono convinta di avere tempo, non ci penso.
O meglio: credo di non pensarci.
E invece inconsciamente ci penso, e questo è il risultato.

Mi lambicco il cervello perchè:
- Il 18 è il quarto anniversario con ila-m, e come ogni anno non so mai cosa regalarle;
- Abbiamo trovato casa in un paese nei pressi di Firenze, ma ho paura che sia un po' fuori mani e che non sia ben collegato con i mezzi;
- Voglio una macchina, o comunque un mezzo a motore che mi risolva parzialmente l'ansia di cui sopra;
- L'università ancora non mi convince del tutto, e sinceramente ho paura di aver perso la mano nello studio;
- Mi sento un po' persa per la storia dell'università;
- Forse dovrei lavorare e fare Teatro;
- Detesto il pensiero che i miei mi mantengano nel caso facessi l'università. Lo sento come un obbligo che, alla lunga, mi logorerà/senrverà;
- Mi manca Pianerottolo e probabilmente non avremo l'oppurtunità di portarlo a Firenze;
- In questi giorni io ed ila-m siamo un po' tese, e battibecchiamo in continuazione per delle stronzate;
- Ho bisogno di un po' di relax;
- La Tizia dell'ombrellone 67 è partita senza neanche salutare.

Più tutta un'altra serie infinita di cagate, tipo: perchè faccio contatto elettrico con la cucina, e per cucinare mi tocca prendere le scarpe di gomma?
Continuo a sostenere che sia colpa degli ormoni.
Nel frattempo vado a mangiarmi il mio cavolo bollito, che fra mezz'ora attacco a lavorare.

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domenica, luglio 27, 2008

Elogio al Caffè

Concedersi un caffè è un piacere.
E' sicuramente la bevanda più richiesta al Barretto: in tutte le ore ed in ogni modo, esattamente le stesse due regole che valgono per fare l'amore ;)

Sono convinta che si capisca il tipo di persona dal tipo di caffè che uno prende.
Io ad esempio lo preferisco basso e con lo zucchero di canna, e non potrei prenderlo che così.
Come tutti i clienti del barretto.

Tipo il Viscido: il Viscido ha una cinquantina d'anni, capello brizzolato, occhialetti quadrati dalla montatura nera e fine, carnagione pallida e flaccida, sandalo rigorosamente con calzino bianco, ed indossa spesso un cappello nero.
Fra i peli grigiastri del suo petto spicca un cristo in croce argentato che mi fa quasi pena.
Il Viscido si presenta alle 9 e mezza di mattina e ordina un decaffeinato macchiato caldo ed un orzo da portare via: tipicamente un'ordinazione da viscido.
Perdipiù usa mezza bustina per entrambi i caffè: viscidissimo.

Poi arriva il Macho Palestrato, che con quei bi e tricipiti scolpiti ed il capello corto sembra un maresciallo dei Marines.
Sfoggia diversi tatuaggi sparsi in qua e là fra un muscolo e l'altro mentre mi ordina un caffè lungo, per prolungare il piacere.
Per la sua compagna, invece, un decaffeinato.

Assieme a Ginevra arriva suo padre, il Goloso.
Il Goloso non manca mai all'appuntamento con il Cremosino: un giro di cioccolata attorno al bicchiere, crema di latte fredda e sopra un bell'espresso, per un totale di non-so-quante-calorie-ma-chi-se-ne-frega-perchè-tanto-è-buono.

Alle 10 in punto arriva FamigliaOscena, che sta coronando la tanto sospirata vacanza estiva dopo anni, ed anni, ed anni di risparmi.
BabbOsceno, (170 cm per 10 capelli in testa dietro a due dentoni da cavallo e col povero cristo placcato d'oro che gli sbatte sulle costole) dice che "La cantante più brava de'i' mmondo l' è la Pausini", e che "Se mi' figliola si facesse un tatuaggio non l'entrerebbe più in casa", mentre sorseggia il suo caffè normale.
MammaOscena (170 Kg per due tette che le arrivano alle ginocchia ed una faccia da criceto obeso con due lenti tonde stile Harry Potter) annuisce concorde, trangugiando il suo macchiato caldo con schiuma.
FigliaOscena, con i suoi 13 anni ed i lunghi capelli grigio topo non beve ancora caffè, perchè "L'è una bevanda da grandi!", dice "Shi babbo, hai rashgione" e si rassegna alla sua granita "A i'ccoha", come quella del FigliOsceno (170 cm per 170-e-passa kg) che però ordina anche "Un Pahcchetto di phathatine ed un eshthathè alla peshca"

E poi c'è Nadia, la signora bionda (tinta) con gli occhi celestissimi che beve caffè amaro, oppure Anna che prende "Il Deca con il Dietor!", e la vecchina di Firenze che lo vuole macchiatissimo caldissimo, e così via con tanti, tanti altri clienti.

Eeeh, il caffè.
Altro che Nutella!

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venerdì, luglio 25, 2008

La fauna balneare del barretto (#2): la ragazza dell'ombrellone 67

Padre: ho peccato.

Giuro, io ho sempre cercato di essere un uovo casto e quanto più fedele possibile ma..
Ma due mesi di astinenza iniziano a farsi sentire, e l'estate di certo non aiuta: attualmente mi sento come il protagonista de "Il Laureato" quando la Signora Robinson si toglie il vestito da sera.
I miei occhi vagano da un particolare del corpo all'altro mentre nella mia testa qualcuno urla "Nooo, non lo fare!"

Andiamo con ordine.
Da quant'è che è apparsa?
O meglio: da quanto mi sono accorta di lei?
Forse una settimanetta, o poco meno, fatto sta che ha tutti i requisiti per mandare in tilt i pochi (ma buoni) ormoni rimasti: ha trent'anni, è a-a-bbronzatissima ed è mora.
Non c'è niente da fare: le trentenni hanno il fascino della donna matura nelle rughette ai lati degli occhi che spuntano fuori quando sorridono.
Probabilmente non l'avrei notata se non mi avesse chiesto alle quattro del pomeriggio un latte macchiato con schiuma ed un bicchiere di latte freddo.
Se avesse ordinato, che sò, uno dei tanti caffè od un Solero Exotic..
E invece no, ha fatto l'ordinazione stramba e l'occhio mi è cascato sul ciondolo a forma di libellula.
Lo sguardo è rimbalzato sui capelli neri, poi è sceso in picchiata verso il costume bianco (notando il forte contrasto con la pelle) ed infine sono riuscita a riportarlo su, fisso sui suoi occhi neri.

Le ho servito il latte macchiato (più una schiaccia per la sua amica),e l'ho osservata dirigersi al tavolo mentre l'infallibile gay-radar metteva in moto la sua sirena.
Ripeto: io non l'avrei notata.
Mi era addirittura passata di mente, poteva benissimo essere una bagnante della spiaggia libera. Una turista che passa un week end a caso nei dintorni.
Ed invece il giorno dopo rieccola che mi chiede le solite due cose ma con una piccola aggiunta: mi ha chiamata per nome.
Io, che in quel momento ero intenta ad aprire un succo Ace, devo essermi voltata con un'espressione della serie "E tu come diamine sai come mi chiamo?" perchè lei ha subito aggiunto "Ho sentito mentre ti chiamavano. Ti chiami come me!".
Ho ridacchiato nervosamente e poi ho allungato l'occhio fino a scoprire che no: non è una bagnante della spiaggia libera ma anzi. Ha l'ombrellone molto, troppo vicino al bar.

Io non l'avrei notata, lo ripeterò fino alla morte.
Poi però il giorno dopo ha iniziato perfino a salutarmi, fermandosi a metà della passerella di legno e facendomi un gran cenno con il braccio destro.
E allora ok: questa per me è una provocazione, cristo!
Sarebbe solo gentilezza in altre circostanze, ma data la mia condizione no: è provocazione!

Ad ogni modo, adesso ci facciamo delle gran(???!) chiacchierate, ed ho scoperto che è di Siena, che è un'infermiera, che la sua amica non è la sua ragazza perchè l'amica è sposata e domani arriverà suo marito.
Però deve smettere di chiedermi "Che turno hai domani?" e di chiamarmi con il nome abbreviato, perchè:
1) io tutta questa confidenza non la dò alle provocatrici, oh!
2) altrimenti inizierò veramente a pensare che sta provocando.


AIUTO!!

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martedì, luglio 22, 2008

Ieri sera si è conclusa

la dodicesima edizione della Festa Internazionalista.
Questi quattro giorni appena passati sono stati estenuanti, a tratti anche isterici, ma molto molto soddisfacenti.
Dopo le otto ore di lavoro allo stabilimento balneare io ed ila-m correvamo a dare una mano lì: a pelar patate, cucinare sfornati, cuocere tortelli, servire ai tavoli.. e a fine serata ad abbuffarci di cous cuous, di piatti cubani, di un ottimo riso alla libanese, di hummus con verdure, di una buonissima torta di pane, ma anche di lasagne alla bolognese, lasagne vegetariane, rostinciana, bistecca di manzo, di maiale, salsiccia e pancetta: tutti piatti che venivano venduti alla festa a prezzi stracciati.

Questi quattro giorni sono stati decisamente costruttivi: ho scoperto che nella mia città c'è un negozio Equo e Solidale talmente piccolo da passare inosservato, proprio nella via che porta a casa di egi. Alla festa era presente un piccolo stand, che io ed ila-m abbiamo pensato bene di sbancare conprando tè sfusi, incensi e portaincenso, un pupazzetto di juta e barrette di cioccolata: tutti prodotti provenientei dalle più disparate parti del mondo.
Ho anche appurato il fantastico utilizzo in cucina dei semi di papavero, sia nel salato (i crostini con la ricotta di pecora sono da provare almeno una volta nella vita) che nel dolce (in una torta di jogurt e marmellata di albicocche).

Ma soprattutto ho constatato l'affermazione scritta su uno dei tanti striscioni attaccati in qua e là per tutta la pineta: "Un altro mondo è possibile"
Un altro mondo è possibile.
Basterebbe un po' di sforzo, un minimo impegno da parte di tutti.

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martedì, luglio 15, 2008

M'hanno attaccato un Meme

che, no, non è una malattia (o forse sì?!) bensì qualcosa che tutti hanno, quotidianamente: cliccare (e leggere) per credere.

Ad ogni modo, questo è il mio primo Meme, appiccicatomi dalla Giraffa, e queste sono le regole:

Uno non tradirla mai, ha fede in te
Due non la deludere, lei crede in te
Tre non farla piangere, vive per te
Quattro non l'abbandonare, ti mancherà

Ah-hem, no.
In realtà sono queste: (la canzone qua sopra era solo un'esempio della putenza di un meme)
- Mettere il link della persona che ti ha nominato
- Mettere il regolamento del gioco sul proprio blog
- Indicare 6 abitudini o particolarità, non importanti
- Nominare 6 persone aggiungendo il link al loro blog e avvisarle.

1) Asciugamano. La maggior parte delle persone, sulla spiaggia, stendono l'asciugamano al contrario, cosa che io proprio non sopporto: il mio vecchio asciugamano, che ormai ha 8 anni ed è tutto sbiadito, deve essere assolutamente per il verso giusto, con l'etichetta sulla sabbia.

2) Fotografia. Porto sempre con me, nella borsa a tracolla, la mia macchinetta fotografica, con due pile di scorta. Senza mi sento quasi sola sebbene il più delle volte, in compagnia, non la utilizzi mai perchè spesso ci metto un bel po' per scattare una foto. Cosa che spazientisce le ila-m ed egi. Sara-sca invece mi dà sempre corda ;)

3) Libri. Faccio parte della categoria "maltratta il libro se ti piace", quindi più un mio libro è sgualcito, rovinato e chi più ne ha più ne metta.. più mi è piaciuto!
Solitamente poi prima di comprare un libro lo annuso, facendo scorrere le pagine sotto il naso: cosa che desta occhiatacce, in libreria.

4) Ancora Libri. Se una persona sta leggendo un libro, in qualsiasi posto (tram, spiaggia, pullman..) io DEVO vedere di che libro si tratta. Quando posso mi limito a strane contorsioni, e se proprio la curiosità mi uccide.. lo domando!

5) Apparecchiare. Quando apparecchio il tavolo puntualmente mi dimentico di mettere l'acqua. Chissà perchè poi..

6) Buonanotte. Non riesco ad addormentarmi se non dò la buonanotte a ila-m, con una precisa formula che lessi in una storia di Topolino, quando ero ancora bimba. (Guai a chi ride!)

Ne avrei altre milla da mettere, tipo il fatto di evitare accuratamente determinate strade della mia città (cosa che spesso mi fa fare degli enormi giri pesca prima di arrivare alla mia meta), ma vi risparmierò!
Passiamo invece alle nominescions:
- J
- Alter Ego
- Mucillagine
- Lillo


E qui il gioco si fa duro: a chi lo attacco il meme se la metà dei miei link o non scrivono più sul blog o questo meme lo hanno già fatto?!
Beh, ai primi due che passano per caso di qua..

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lunedì, luglio 14, 2008

Ci sono giorni

in cui mi sembra che la mia vita sia così piena di emozioni, pesieri e progetti.. che non bastano giorni di ventiquattro ore.
Sono giorni in cui ogni istante deve essere vissuto, e stare a letto anche solo per riposarmi dopo il lavoro mi sembra tempo sprecato.
Ce ne sono tanti di giorni così: potrei parlare di venerdì scorso, passato al mare e poi a mangiare una pizza proprio lì, sulla spiaggia, con ila-m, egi e sara-sca. E ad aspettare che dal canto delle cicale si passi al coro dei grilli, mentre la luna diventa sempre più bianca nel cielo che imbrunisce.
E quando ti ritrovi sotto il cielo stellato, a sorridere additando una, due.. tre!, tre stelle cadenti.. come puoi pensare che la tua vita sia vuota?
Che TU sia vuota.

Eppure ci sono anche questi tipi di giorni.
Quelli in cui ti svegli con il piede sbagliato, con l'umore infastidito, ed il frigorifero vuoto più del solito.
I giorni in cui ti senti veramente inconcludente, e non trovi senso alle tue azioni.
Perfino le passioni perdono di significato: fotografia, lettura, teatro..
Sono i giorni in cui i miei pensieri volgono in negativo, e si lasciano intrappolare dalle ragnatele dei ragni della mia mente.

Fortunatamente, a questi tipi di giorni, c'è sempre un ancora di salvezza: mi basta salire sulla Limitata ed accendere l'mp3.
Perchè, sì: la Limitata si è evoluta, e comprando l'adattatore per l'mp3 ho definitivamente detto addio alla snervante ricerca di un canale radio che si senta ovunque e che non sia Radio Maria.
Così, cercando di non fare caso al serbatoio semi-vuoto della macchina e con il volume al massimo, mi perdo nella mia Maremma.
Mi perdo fra le amate colline verdi, come quelle del tramonto di ieri, a casa di sara-sca.
Noi due sedute sopra un barbecue, ad aspettare che l'ultimo brandello di sole sparisca.

Altrettanto fortunatamente, il primo tipo di giornata è anche quello che prevale, in questa calda estate.

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sabato, luglio 12, 2008

La fauna balneare del barretto: I figli di papà

Essendo locato in uno stabilimento balneare, potete immaginare che tipo di gente possa ronzare attorno al barretto.

Mi spiego meglio: per me, andare al mare pagando 7 euro di ombrellone, 7 euro per un lettino, 5 per la sdraio e 5 per la sedia.. è inconcepibile.
E' proprio fuori dalla mia portata mentale (oltre che da quella delle mie tasche), perchè è da quando sono nata che vado rigorosamente nella spiaggia pubblica, con tutti i pro ed i contro che ne consegue: ronde di 5 km per trovare un dannato posto libero sul ciglio della strada (perchè è ovvio: quando non possono privatizzare la spiaggia.. mettono il parcheggio a pagamento!).

Insomma, per farla breve: a mio avviso la spiaggia privata altro non è che l'ennesima speculazione su quello che, di natura, appartiene a tutti.
Però, a giudicare dall'afflusso di persone allo stabilimento balneare.. non tutti la pensano come me.
Così il barretto è costellato da una strana fauna, ed il post di oggi è dedicato a:

- i figli di papà.
Solitamente arrivano firmati da capo (taglio all'ultima moda nel parrucchiere più "in" della città) a piedi (ciabatte Dolce e Gabbana).
Con in spalla il loro zainetto (firmato!), attraversano la passerella di legno e si dirigono verso il loro ombrellone. Da quel momento in poi li potrete vedere fare avanti ed indietro dal barretto, perchè loro possono fare merenda anche 5 volte al giorno, con un bujet fisso di 10-15 euro.

Eeeh, altri tempi i miei.
La merenda al bar era inconcepibile: prima dovevi mangiare la frutta che la mammallacoque portava da casa, poi al massimo era concesso di spendere mille lire.
In questo modo la scelta ricadeva ovviamente sui ghiaccioli, che non ti riempivano abbastanza lo stomaco per sfuggire alla cena. Il più in voga di tutti era il Lipperlì, che avendo lo stecco di liquirizia faceva parte della filosofia "non si buttavia via nulla".
Nei giorni fortunati potevi dare un morso allo Stecco Ducale del babboallacoque, ma solo quando costui non era in cassa integrazione.

I figli di papà sono della Toscana o del nord Italia: quelli del sud stanno nella spiaggia libera, e vengono pubblicamente derisi dai primi, che urlano "Terroni gay di merda!" a squarciagola.
I figli di papà hanno al massimo 14-15 anni: giocano ancora alle carte (le Magic, che credevate? Scala Quaranta neanche lo conoscono!) ma già vanno in discoteca.
Parlano di ciò che i loro ormoni suggeriscono, ma si vergognano a sedersi accanto alle bimbe di cui sono infatuati.
Le sopracitate bimbe ovviamente sono già la fotocopia spiccicata di una qualsiasi partecipante ad Amici di Maria DeFilippi, accavallano le gambe e mi chiedono la cannuccia per sorseggiare il loro succo di pera.
Il gruppo dei più piccoli (8-9 anni) stanno sempre al tavolino a giocare autisticamente all'ultima versione della Play Station portatile. Di tanto in tanto le loro dita si fermano, e afferrano il bicchiere di acqua e menta, prima di ritornare a ticchettare sui tasti.

Gli unici figli di papà che ronzano attorno al barretto e che mi stanno simpatici sono due: Ginevra e BimboMostro.
La prima ha 7 anni ed i capelli rossi: compra sempre le patatine delle Winx, e a volte porta il caffè al babbo. Ancora non sa contare i soldi, quindi puntualmente mi rovescia sul bancone l'intero contenuto del portafogli della madre, ridacchia imbarazzata e con la sua vocina stridula mi chiede "Puoi fare te?" e poi si giustifica "Io non ci capisco niente!", riferendosi agli euro che intanto si sono sparpagliati pure in terra.

BimboMostro forse è di un anno più grande ed è così brutto, ma così brutto che alla fine sembra quasi carino. Cammina gobbo, ha gli occhi incavati e le sopracciglia perennemente aggrottate, il naso aquilino e le labbra arricciate.
Viene al barretto per ordinare "Un biccherVe di acqua" e dopo aggiunge "..naturVarVe!", così che ogni volta che lo vedo arrivare da lontano, glie lo faccio trovare già lì ad aspettarlo.
E lui ride, mostrandomi i denti storti.

Che c'è?! Mica glie l'ho dato a caso quel soprannome!

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martedì, luglio 08, 2008

Ieri sera

è stata una di quelle sere in cui ti siedi al tavolo del tuo bar preferito, e mangiando un panino e bevendo birra ti ritrovi con quelli che stanno diventando degli amici a.. progettare. Sì, a progettare e a parlare, senza renderti conto che le ore passano.

I sopracitati sono "i ragazzi della sede", che stanno mettendo su un'associazione culturale.
Abbiamo parlato di un nuovo ciclo di proiezioni di film e di.. un progetto teatrale!!
E' incredibile: neanche un mese fa sono tornata da Milano con l'idea di metter su qualcosa ed ecco che mi si presenta la palla al balzo.
Se tutto va bene il laboratorio (che sarà molto molto aperto ed orizzontale) dovrebbe partire da Settembre, ma non è escluso che durante l'estate ci siano degli incontri introduttivi, per quelle persone interessate che non hanno mai fatto teatro ma che vorrebbero saperne di più.

Il resto della serata è passato fra risate, racconti di esperienze e di episodi, scambi di opinioni, altra birra, e riflessioni sull'attuale società.
E' bello poter avere un gruppo di cui parlare di queste cose.
Sento che saranno (come lo sono già stati in passato) molto incisivi su di me.

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domenica, luglio 06, 2008

Il barretto

Sono ormai passate più di due settimane da quando ho iniziato a lavorare nel barretto, come barista.
A conti fatti, credo che questo sia uno dei migliori lavori che abbia mai fatto.
La classifica, attualmente è: (dal peggiore al migliore)

1 - Cameriera nella prima Pizzeria: avevo 16 anni, ed era un vero e proprio sfruttamento minorile;
2 - Cameriera (3 giorni di prova) al Pub: semplicemente massacranti, senza parlare del ritmo biologico che andava a farsi fottere;
3 - Aiuto cuoca alla Nave dei Folli: più che altro per quelle 14 ore giornaliere che la scorsa estate mi hanno impedito di vivere un attimino l'estate..
4 - Cameriera nella seconda Pizzeria: alla fine non è stato malissimo. Solo che detesto fare la cameriera.
5 - Barista nel barretto: c'è ancora tempo per peggiorare ;)
6 - Pulizie condominiali: alla fine spazzare non è così male..
7 - Ragazza dei pacchetti natalizi al negozio di Milano: la paga era esagerata, le mance pure, e non ho lavorato neanche poi più di tanto!

Quindi.. non mi lamento poi più di tanto.

Il barretto nel quale lavoro è minuscolo, e di forma quadrata: è questo il problema, perchè.. vengo "attaccata" da 3 lati su 4, anche se è ricapitato che bambini entrassero dalla porta, a chiedere cingomme, caramelle e lecca lecca.
Al centro del barretto stanno tutte le macchine necessarie: davanti al primo lato quella del caffè e della cassa, nell secondo la lavastoviglie e l'acqua alla spina, nel terzo granite, thè freddi e cremosini e infine, di fronte alla porta, lui: il freezer dei gelati.
Ovviamente non finisce qui, perchè il barretto è pieno zeppo di magici cassettoni-frigo in cui si può trovare di tutto: dall'estathè in brik al succo di frutta al gusto più assurdo, fino ad arrivare a birre, aperitivi, bevande energetiche..
Fortunatamente l'acqua si trova anche in uno dei due frighi dislocati all'esterno, nella zona dei tavolini, così basta indirizzare il cliente verso il frigo, poi schiacchiare il telecomando d'apertura (antiscippo, che roba!) ed il gioco è fatto.

Al barretto, sfortunatamente, facciamo anche i primi, i secondi ed i panini.
Quelli surgelati della 4 salti in padella findus.
Così il barretto trova la propria prole a circa 5 metri di distanza: il casottino dell'algida, altrimenti detto Forno Crematorio.
Essendo provvisto di 5 microonde ed un forno non starò a dire le temperature equatoriali che si raggiungono là dentro: l'unico secondo di ristoro è quello che ti permette di acciuffare la busta dei Ravioli al Pomodoro, o delle Penne Tricolore.

Tutto il resto è un continuo via vai fra il barretto, il Forno, il Freezer dei gelati, la Lavastoviglie, la Macchientta del Caffè, la Macchinetta delle Granite, la Birra alla Spina (Peroni, bleah!), il Vino Bianco Frizzante alla spina (sì, ci sono anche le spine, in un ANGOLO fra il secondo ed il terzo lato!!), e cassettoni vari.. di cui parlerò più avanti, assieme al resto dei clienti tipici.

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