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sabato, febbraio 21, 2009

Brutta sensazione

quella di sentirsi orfana avendo entrambi i genitori vivi.

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martedì, febbraio 17, 2009

La pillola contro i brutti ricordi

Ieri sera stavo rigovernando i piatti, munita rigorosamente di guanto giallo e di spugnetta troppo consumata, quando al tg è passata l'anteprima dei servizi.
Uno in particolare parlava della recente invenzione di una pillola per cancellare i brutti ricordi.

L'ennesima pillola, insomma: aspirine, antistaminimi, viagra, antibiotici, anticontraccettivi...
Ricordo che mia nonna, a causa del diabete, della cardiopatia, dell'età, dell'insonnia eccetera ecceterea prendeva una cosa come 15 pillole al giorno. L'uomo sta diventando pillola-dipendente. E non parlo di ecstasi!

Ma a parte questa piccola digressione, torniamo alla pillola contro i brutti ricordi (mi sa molto di Eternal Sunshine of the Spotless Mind, film che adoro, fra l'altro): avere l'opportunità di dimenticare fatti dolorosi, contro i quali magari si è lottato a lungo, o si sta ancora lottando perchè si intrufolano negli incubi notturni e fanno svegliare di soprassalto alle 4 del mattino. O vengono in mente nei momenti più disparati di ogni giorno, portando un'ondata di ansia, o di panico.


Per conto mio, se avessi l'opportunità di cancellare i miei brutti ricordi, non credo che lo farei.
Dopotutto ci sono affezionata, a cominciare dall'episodio della maestra Rachele che fa una croce enorme sul mio diagramma di flusso tutto sbagliato, e che preme così tanto la bic sul foglio da stapparlo.
Ci sono affezionata, ed è scontato dire che sono proprio le brutte esperienze, le mazzate fra capo e collo, a far crescere: adesso, infatti, i diagrammi di flusso sono il mio forte!
Beh, certo.. questo non impedisce di sognare di investire la maestra Rachele con la Limitata tutte le volte che la vedo sulla sua Graziella nera, ma questa è un'altra storia.

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sabato, febbraio 14, 2009

Buon V-Day!

Il 14 Febbraio 1998 la drammaturga statunitense Eve Ensler fondò il V-Day, dove "V" sta per "Vittoria", "San Valentino", ma soprattutto.. "Vagina"!


Il V-Day è nato dopo 4 anni dalla scrittura de "I monologhi della vagina", che la stessa autrice ha iniziato a divulgare sul palco solo dal 1996, riscuotendo subito un enorme successo, e proprio da questo successo Eve ha capito che il suo spettacolo teatrale poteva diventare ben altro.
E così è stato, perchè il V-Day è un movimento globale contro la violenza verso donne: ad 11 anni dalla fondazione milioni di persone sono state sensibilizzate sul tema, e grazie al ricavato degli spettacoli sono stati aperti centri di accoglienza in tutto il mondo in cui le donne hanno potuto e possono trovare aiuto.

Ancora oggi nel mondo 100 milioni di donne subiscono la mutilazione genitale, e le cifre sugli stupri non sono da meno secondo le statistiche. Senza contare che la violenza il più delle volte è praticata da un conoscente della vittima,spesso anche da un familiare.

Sono cifre che fanno pensare, e sperare.
Sperare che prima o poi ci sarà rispetto per tutte le donne, al di là della loro etnia, religione, cultura, orientamento sessuale.


Lui voleva uscire.
Lui mi ha detto "Tu stai a casa"
Io ho detto "Voglio uscire"
Lui ha detto "Hai un bambino"
Io ho detto "E' il nostro bambino"
Ho messo giù il bambino.
Probabilmente ha sentito la mia tensione
Perchè frignava,
il bambino.
Ho alzato gli occhi
E mi ha tirato una sberla, mio marito.
Non un manrovescio da farti gli occhi neri.
Quello è venuto dopo.
Era uno schiaffo,
Uno schiaffone domestico.
Lui mi ha guardato.
Sorrideva.
Non potevo crederci.
Sorrideva.
Mi ha tirato un'altra sberla.
Suo papà era cattivo con sua madre.
L'ho visto sorridere.
Ma che cos'era, questo?
Lui era una persona carinissima.
Aveva lunghi capelli neri.
Quando facevamo l'amore
si scioglievano
prima.

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domenica, febbraio 08, 2009

Coming out

Anche se il mio è stato più un find out da parte dei genitoriallacoque.

Già.. fottuta da un appunto scritto l'anno scorso in un quaderno a casaccio che avevo dimenticato da qualche parte nell'armadio. Uno di quei messaggi che lasciavo di fretta quando nel periodo natalizio andavo ad impacchettare i regali al negozio. Una traccia che avevo dimenticato di eliminare tornata questa estate da Milano, come se fossi una criminale che ha commesso un omicidio.
All'inizio ho negato, scivolando sullo specchio proprio come quel gatto nero dell'altra sera che non riusciva a scavalcare il muro troppo alto: ho sentito il rumore degli artigli contro il cemento.

Poi ho finto tranquillità, per cercare di perdere tempo. Ho fatto esattamente quello che avrei fatto normalmente: ho preso le casse, e tutto l'occorrente per il laboratorio teatrale che tengo (parole grosse!) per l'associazione culturale di cui faccio parte, con nonchalance ho chiesto a babboallacoque la macchina e sono scappata da egi. Neanche il tempo di entrare in ascensore che ho iniziato a piangere a fontana e ho smesso solo un paio d'ore dopo, quando Giulia è venuta a prelevarci a casa di egi per farmi fare un giro.
"Prendi un paio di queste sotto la lingua, e tieni pure la boccetta" mi ha detto, passandomi i fiori di bach.

Credo di averne prese almeno una decina ieri sera, quando ho deciso di prendere la palla al balzo e ho deciso di non negare nulla. Ho tentato di parlare con i miei, ed il copione delle loro battute lo sapevo a memoria: è lo stesso che hanno recitato un paio di anni fa alla Sfranta, ma con nuove offese in stretto dialetto pugliese da parte di mia madre,che adesso non mi vuole più parlare oltre ad avermi tagliato i fondi universitari.

Spero che sia solo una questione di tempo, anche se immagino che sarà un tempo molto, molto lungo.

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