Io, lei, il Grande Boh e un sacco di altri animali.

O meglio: in compagnia della fidata macchina fotografica, che porto sempre con me.
Siccome mi conosco, e so di essere mimetica quanto un Mammuth in un labirinto di specchi, mi sono tolta le infradito ed ho iniziato a percorrere il più silenziosamente possibile il lungo sentiero di legno.
Solo che in questi mesi la vegetazione è cresciuta. E' moolto cresciuta.
E' cresciuta così tanto da ritrovarmi a camminare in un canneto, ed un conto è farlo con davanti ila-m pronta a difendermi (??), un altro è farlo da sola, scalza, e con una fifa tremenda, tipica di un uovoallacoque.
Così, cercando di non pensare ad eventuali vipere o serpenti, ho proseguito nel mio cammino.
C'è da dire che oltre ad essere fifona sono anche tonta, così che mi sono fatta cogliere impreparata dal volo del Grande Boh, che se ne stava tranquillo sulla riva del fiumiciattolo a farsi gli affari suoi, fino a quando non si è accorto della mia presenza.
Io al contrario non mi sarei mai accorta di lui, ma come non farlo una volta spalancate le ali e spiccato il volo? Avrà avuto un'apertura alare di.. due metri, senza esagerare. Infatti all'inizio mi sono anche spaventata! Poi ho tentato di fare qualche scatto, ma lui era ormai lontano e questo è il risultato migliore.

Adoro stare lì dentro, al buio, ad osservare dalla fessura di legno il mondo esterno senza effettivamente prenderne parte.
Il silenzio è interrotto solo dai grilli nascosti fra l'erba alta, o dal cinguettìo acuto di qualche uccello di passaggio.
Sono stata in attesa per un po' prima di scorgere la Gallinella d'acqua (ammesso che sia quella la specie) vista anche la volta prima con ila-m.
Peccato che la foto non sia il massimo, ma non si può pretendere la nitidezza quando si utilizza lo Zoom digitale di 72x, no? ;)
Aguzzando ancora di più la vista (e richiendendo il massimo sforzo alla povera Lumix) ho intravisto una nascostissima Pernice , spaventata da un brusco movimento di una delle tante nutrie che sguazzano nello stagno.
Felice dell'avvistamento, ho abbandonato il primo casotto, per dirigermi nel secondo (nonchè ultimo). Ancora prima di arrivare e prendere posizione, un stormo di terrorizzate anatre ha preso il volo, lasciandomi con un palmo di naso.
Ma l'avvistamento del Martin Pescatore è bastato per prendere la rivincita su tutti gli altri volatili che mi sono sfuggiti, anche se la foto è venuta sgranata.
Poco più in là, un gruppetto di vacche maremmane pascolava tranquillo, ignaro della mia presenza: qui un particolare.
Veramente un ottimo pomeriggio in solitaria, di quelli che ogni tanto ci vogliono per staccare dalla routine quotidiana, dalle ansie, dai pensieri, dalle preoccupazioni, dai dubbi.. per perdersi infine in un magnifico tramonto.