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lunedì, maggio 25, 2009

Yes, weekend!

I miei fine settimana stanno diventando sempre più lunghi, e lo stato di distruzione fisica e mentale con cui ne esco è direttamente proporzionale alla mia felicità. Sì sì, direttamente: più sono felice, e più mi metto alla prova.

Questa volta il mio fine settimana è iniziato giovedì sera, quando ho avuto il coraggio di dire all'insegnante di teatro tutto ciò che ne pensavo sulla performance che stiamo preparando. Non sono mancati i malintesi, ma alla fine della discussione mi sono sentita decisamente più leggera.
Peccato che lo spettacolo mi faccia cacare ugualmente.

Venerdì in maremma, invece, ho avuto la conferma delle voci di corridoio che giravano da un po' (le ultime 3 righe, per intenderci) quando a notte inoltrata sono piombata in garage con Egi e Sara-sca e mi sono ritrovata davanti questa qui, nera, al posto della Limitata. Ho imparato a memoria le ultime cifre della targa, ripromettendomi di staccare il simbolino non appena la troverò fuori, di notte.

Sabato mattina all'insegna del recupero dei vestiti estivi. La missione è iniziata alle 11.15, dopo essermi assicurata tramite una chiamata che la casa fosse libera.
Non riesco neanche a descrivere la sensazione che ho avuto, una volta entrata: mi sono sentita una perfetta estranea, una ladra. Il cane che mi ha riconosciuta a stento, l'acquario dismesso da anni.. pieno di pesci e e e una scrivania nuova in quella che un tempo era la mia camera da letto ma che adesso sarà diventata lo "studio" di mio padre. O la camera degli ospiti.
Ho arraffato pantaloncini, magliette a maniche corte. Ho appallottolato tutto nello zaino, e alle 11.30 ero già nuovamente sulla macchina di Egi, che mi ha portata lontano, per calmarmi.
E mentre l'mp3 suggeriva la soluzione ho pensato "che colmino pure i loro vuoti e i loro errori con oggetti costosi: io farò lo stesso, ma con sorrisi di altre bocche ed abbracci di altre mani".

Ho tentato di non pensarci più. Ho fatto il primo bagno della stagione, tuffandomi dalla stessa barca sulla quale, più tardi, io ed Egi abbiamo fatto finta di essere due pirati. Come se avessimo ancora 13 anni, quando fingevamo di far parte di una banda.
Ho mangiato le prime ciliegie dell'anno, bevuto birra su birra, sono diventata fratello di un amico che forse d'ora in avanti si fiderà di me, ed infine sono crollata a dormire sui sedili posteriori prima, e trascinata a letto dopo.

Solo tre ore più tardi (7,15 in punto) è suonata, crudele, la sveglia: è stato il primo giorno di lavoro al barretto.

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mercoledì, maggio 20, 2009

La ragazza della lista della spesa

Colpa della primavera o del caldo chissà!, fatto sta che mi capita sempre più spesso di fare smielosi, mentali voli pindarici su persone che incontro per caso nella mia quotidianità, o che addirittura non incontro affatto.

Tutto è cominciato un paio di settimane fa, da un foglietto della spesa.
Ero all'Ipercoop, e stavo per prendere un carrello quando lo sguardo mi è caduto su un foglietto mezzo stropicciato, buttato a terra accanto ad un cestino della spazzatura.
L'ho preso e stavo per buttarlo via, quando la mia curiosità ha avuto la meglio e non ho potuto fare a meno di sbirciare.
Ecco: quello è stato il mio primo "innamoramento" della settimana.
O meglio, la mia prima fissazione: una calligrafia tondeggiante, sicuramente femminile, riportava ad inchiosto di Bic nera quella che al resto del mondo sarebbe apparsa come una semplice lista della spesa.
Al resto del mondo, già.
Ma non a me che, ormai ne ho quasi la certezza, sono una pseudo-maniaco/ossessiva.



Francesca ha quasi 27 anni e poco tempo da perdere: studia Filosofia all'Università di Firenze ma vive fuori città perchè gli affitti sono più bassi. E poi è lì che ha trovato un lavoretto part-time come commessa nel negozio di abbigliamento proprio accanto all'Ipercoop.
Adesso è a casa e sta riempiendo la ciotola del gatto mentre è al telefono con Alessandro. Il gatto non fa in tempo ad arrotolarle la coda fra le caviglie che lei è già saltata sul divano, a gambe incrociate e a piedi scalzi. Si tocca un ricciolo dei capelli ancora umidi per la doccia di prima, risponde "A più tardi!" mentre disegna a casaccio sul foglietto della spesa, e dopo aver riattaccato riprende a scrivere la lista. Era rimasta al Terriccio Universale per il suo Rododendro da reinvasare e continua con il Burro, lo Zucchero di Canna, la Maionese, le Prugne secche che le piacciono tanto e riecco che squilla il telefono. Questa volta è un numero che non conosce, ma che presto salverà come "NONRISPONDEREMAI": è "Giulia del Comitato Leninista Studentesco" che la chiama per sapere se parteciperà all'incontro "Internazionalismo e crisi economica" che si terrà il prossimo giovedì.
Si distrae e scrive l'insalata che però ha già in frigo. Cancella mentre bofonchia qualche scusa, e tenta invano di riattaccare ma Giulia non demorde: ha iniziato a dire che "Presenziare a questi incontri è di fondamentale importanza per.."
Francesca intanto si infila frettolosamente i calzini e..La MAIONese, cazzo!
La scrive di fretta, si mette le scarpe da ginnastima scusandosi tanto con Giulia,ma deve proprio andare adesso!
Abbrevia lo Zuchanna, si infila il foglietto nella tasca posteriore dei jeans e scappa a fare la spesa: sono le 14.10 ed il suo turno al lavoro inizia fra soli 50 minuti.

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giovedì, maggio 14, 2009

Home, home where I wanted to go

Il fine settimana scorso, fra le altre cose, ha visto me ed Ila-m alla (disperata) ricerca di un bilocale in cui stare per l'estate. Inutile cercarlo nella nostra città natale: essendo una località marittima i prezzi salgono alle stelle toccando punte di 500 euro a settimana (e ripeto: a settimana!).
In compenso basta spostarsi di qualche chilometro per trovare prezzi ragionevoli per noi che torniamo in Maremma per lavorare e lavorare e.. ah sì, anche lavorare!

A dire il vero ha fatto tutto Ila-m: cercato annunci, contattato agenzie, parlato con i proprietari.. è risaputo che il mio rapporto con il telefono non sia dei migliori, e che preferisco di gran lunga il ruolo di supporto e fare da "consigliera".
Fatto sta che venerdì pomeriggio avevamo appuntamento per visitare un paio di case: la prima a scatola chiusa tramite agenzia, la seconda trovata in internet da un privato, e di cui ci eravamo letteralmente innamorate vedendo le foto (della casa, non del privato!).

Arriviamo al parcheggio in ritardo, accompagnate in macchina da Egi e con questa canzone a tutto volume: la tipa dell'agenzia stretta nel suo tailleur grigio, ci ha salutate con un sorriso finto e una stretta di mano. Il padrone di casa, un omaccione dall'aria buona, ci ha poi scortate fra vicoletti e stradine della città, mentre ila-m rompeva il ghiaccio con discorsi di circostanza.
Non c'è voluto molto per arrivare davanti all'abitazione, e una volta entrate siamo state accolte dalla penombra e dall'odore di chiuso.
Mi guardo attorno: sala da pranzo, bagno sulla sinistra, cucinotto, camera da letto con un piccolo terrazzo a vista panoramica e con tanto di mini sgabuzzino.
Mobili vecchi e due crocifissi nel giro di dieci metri a parte.. non male!
Dal terrazzo sento l'uomo parlare nell'altra stranza, con tono goffo: "La casa è questa.. da quando è morta mia madre non c'è più stato nessuno, e ho pensato di affittarla per ricavarci qualcosa. E' la prima volta che mi capita, quindi mi sono affidato all'agenzia per sapere come fare.. a me sembra un prezzo onesto.."

Rispondiamo che valuteremo e che faremo sapere quanto prima, salutiamo, torniamo al punto di partenza in attesa del secondo appuntamento.
Nel frattempo prendiamo il gelato nell'unica gelateria della città.
Cono da un euro e cinquanta, due gusti: menta e cioccolato.

Quando sentiamo arrivare uno scooter di grossa cilindrata speriamo di esserci sbagliate e invece no, è proprio lui: il privato del secondo appuntamento.
Stretta di mano gagliarda, occhiali da sole alla yeah.
Anche lui ci scorta fra altri vicoli, dal forte odore di piscio di gatto però, e ancora una volta è ila-m che fa la loquace, mentre lui parla dei suoi viaggi in tutto il mondo.
La casa è un monolocale: sala da pranzo-salotto, con letto nelle vicinanze microbagno e sgabuzzino. Niente crocifissi, e niente terrazzi con vista panoramica.
Lui parla sicuro, di chi la sa lunga: "No perchè.. io mi sono rotto di affittarle, tutte queste case. Cioè, ho iniziato con una, poi anche le altre.. solo che sapete come è, a volte capitano degli inquilini che sono peggio dei maiali. Ad esempio, gli ultimi due che stavano qua dormivano con una specie di tarpone, e avevano ricavato una scarpiera da un vecchio mobile ribaltato a cui avevano segato le gambe e.."

Rispondiamo che valuteremo, e che faremo sapere quanto prima. Salutiamo, e torniamo al parcheggio. Ila-m è indecisa, al contrario di me:

"Egi?"
"Uhm?"
"Quando mi porti a Punta Ala?"
"Perchè?"
"Buttano un sacco di cose nuove là. E nella prima casa manca il divano."

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martedì, maggio 12, 2009

Ho tergiversato per più di una settimana

inventandomi scuse e pretesti per non richiamare.
Nel frattempo sono venuta a sapere che:
a) babbo è tornato a casa,
b) è stato avvistato al volante di una mercedes.

Solo ieri mattina, ho avuto il coraggio, complice il poco credito telefonico, di dare un colpo di telefono al numero di casa.

"Pronto?"
"Babbo!?"
"Ah, Elena.. ciao"
"Ciao. Ma quindi sei tornato.. no, perchè avevo chiamato un po' di giorni fa e.."
"Sono tornato sì."
"..."
"Dove sei?"
"A Firenze, sto andando a lezione."
"Ma quindi non torni più?"
"Boh.. non lo so.. cioè, sì. Tornerò a prendere i vestiti estivi. Ma non so quando"
"Ah, va bene. Va bene."
"..."
"Come stai?"
"Sì, bene. Bene. Voi?"
"Bene bene"
"Uhm"
"Senti.. ti hanno rubato la bibicletta."
"Come? Come rubata?"
"Sì, l'avevo messa fuori dal garage. Era anche senza una ruota, ma l'hanno rubata."
"Ah, ottimo. Vabbè, ma tanto c'è quella di mio fratello no?"
"No, quella l'ho buttata."
"Buttata?!"
"Sì, era tutta rotta.."
"Babbo, aveva solo una ruota storta.. cioè, e io come mi muovo questa estate? Vabbè, andrò a piedi.."
"Eh.."
"Senti, mi sta finendo il credito. Salutami mamma, okay?"
"Sì.. sì, va bene."
"Allora ci sentiamo."
"Sì.. ma.. ma posso chiamare io?"
"Sì, certo. Certo che puoi chiamare."
"Ah, va bene. Ciao."
"Ciao."

La chiamata telefonica più lunga del mondo con soli 85 cents.
E' da ieri mattina che me la ripercorro mentalmente, cercando di carpire qualcosa in più dalle parole.
Non sono arrivata a molto, ma se si è messo veramente a liberare il garage può essere per soli due motivi: la depressione, o la mercedes.

Chissà che fine ha fatto la Limitata..

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domenica, maggio 03, 2009

Fortunatamente

non sono una persona seria, e riesco a risollevarmi il morale abbastanza in fretta.
Mi basta guardare il paio di boxer che indosso: viola con in rilievo sagome bianche di omini, regalo inaspettato assieme ad altri che mi fanno sorridere.
Oppure ascoltare una canzone lasciata come link nella finestrella msn mentre ero a cena; o il pensiero di andare a convivere anche durante l'estate, in un bilocale tutto nostro.

Infine, un po' di (mal)sano shopping.
Di quello alternativo, da fiera.
Io ed ila-m non siamo inclini alla spesa sfrenata, ma una delle poche cose a cui non sappiamo resistere (oltre al cibo ed ai libri) è l'etnico.
Così siamo tornate a casa con oggettini da mezzo mondo: due copriletto di cotone, un poncho peruviano, un paio di pantaloni indiani, l'immancabile thè verde alla vaniglia, una kefiah, una collana di lana cotta, un vasetto di marmellata francese al bergamotto.. e la lista continua, ma è meglio finirla qui prima che mi rimetta a fare il conto di quello che abbiamo speso.

La cosa più bella di tutte è stata additare quadri, lampade e tappeti, sognando lo stile di quella che un giorno sarà la nostra casa.

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sabato, maggio 02, 2009

Primo Maggio del '53

Auguri, babbo.

Avrei semplicemente detto "auguri" oggi al telefono. Senza il punto esclamativo nè maiuscola: auguri.
Ho provato a chiamare, di mattina, e quello degli auguri sarebbe stato un ottimo pretesto per intuire il resto dai toni di voce.
Segreterie telefoniche ai cellulari e squilli a vuoto al numero di casa.

Ho richiamato di sera, seduta su un divano di pelle nera, mentre nell'altra stanza c'era chi cucinava riso basmati con verdure, paprika e curry. Il tutto accompagnato da sangria.

"Pronto?"
"Ciao mamma"
"Ciao.."
"Avevo chiamato per fare gli auguri a babbo. Ho provato stamattina ma non rispondeva nessuno, e i cellulari sono spenti.. mi passi babbo?"
"Eh.. babbo non c'è.."
"..."
"..."
"Come non c'è?"
"Eh, no.."
"E dove è?"
"Eh.. non lo so.."
"..."
"..."
"Che vuol dire non lo so?"
"E' andato via due giorni fa, senza dirmi niente.. io ero a lavoro e quando sono tornata.."
"Ma.. in macchina?"
"Eh ho cercato oggi ma non l'ho trovata.."
"..ma perchè scusa?"
"Ehh perchè.. perchè non la regge questa situazione.."
"..."
"..."
"Questo Venerdì credo che tornerò giù. Ma non ne sono sicura. Ti faccio risapere."
"Ah, va bene.. te come stai?"
"Bene. Bene, un po' di raffreddore."
"Ah"
"..."
"..."
"Vabbè, allora.. niente, ti faccio risapere."
"Va bene."
"Ciao."
"Ciao"


Sono andata in cucina: le verdure sfrigolavano, mentre mi lasciavo abbracciare.

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