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mercoledì, aprile 30, 2008

Scacco matto!

Con la Sfranta abbiamo rispolverato una vecchia scacchiera trovata per caso nei meandri dell'altra casina.
Come facevamo da bambini imitando il babboallacoque (che adesso, con la pensione, si è dato ancora di più ai tornei regionali fino a raggiungere il titolo di "candidato maestro"), ci siamo ritrovati davanti alle familiari sessantaquattro caselle.
Giochiamo senza orologio, lui con il bianco ed io come sempre in difesa.

C'è qualcosa di accattivante nel gioco degli scacchi.
Quello che mi affascina è il valutare tutte le conseguenze della propria mossa.
Cosa che, me ne rendo conto, mi ritrovo a fare anche nella vita quotidiana.
"Se muovo il pedone lì poi..?" "Se dico questa cosa qui poi..?"

Un gioco per paranoici?
Forse.

Resta il fatto che, quello che mi frega sempre, sono le sviste: faccio sempre un dannato errore di strategia.
C'è sempre un'inchiodatura, o una forchetta che mi sfugge.
E anche quando ho la partita vinta.. spesso cado in una patta, o in uno stallo.

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venerdì, aprile 25, 2008

Sono stati giorni frenetici

quelli appena trascorsi: dal ritorno a Milano posticipato solo per stare qualche giorno in più con sara-sca, al trasloco nell'appartamento di fronte in cui siamo finalmente solo io, ila-m e Pianerottolo.
Il bilocale è piccolo ed accogliente, anche se è stata una vera impresa trovare il proprio posto ad ogni oggetto.
Poi c'è stata la visita dal veterinario, con tanto di castrazione e vaccini in programma.

E last but not least (anzi!!).. il ritorno della Sfranta!
E' arrivato ieri al terminal 1 di Malpensa, con tanto di ciuffo rosso e mega-valigiona rosa piena zeppa di prodotti Finlandesi!
Le lacrime, da buona Sfranta, non sono mancate.
Ed a parte il fatto che ancora non si è abituato a parlare nuovamente l'italiano..

Beh, poi magari racconto meglio, che adesso ci guardiamo tutti insieme un film, mangiando schifezze.. finlandesi!

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giovedì, aprile 17, 2008

Tu chiamale emozioni


"Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
ritrovarsi a volare.."


Ogni volta che torno in Toscana è così.
Un miscuglio di emozioni contrastanti ed inaspettate.

"e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare un sottile dispiacere.."

Ancora una volta la mia terra, i miei amici, i miei affetti non mi hanno tradita.

"E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire dove il sole va a dormire.."

Nei mesi scorsi ho temuto che qualcosa si fosse incrinato. Che la distanza potesse aver allentato alcuni legami.

"Domandarsi perche' quando cade la tristezza in fondo al cuore
come la neve non fa rumore.."

Ma è bastato uscire in macchina con egi, con la musica a tutto volume per le strade del centro

"e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere
se poi e' tanto difficile morire.."

ed è come se non fossi mai stata lontana.

"E stringere le mani per fermare qualcosa che..
e' dentro me..
ma nella mente tua non c'e'.."

E' bastato immortalare sara-sca in una foto, per capire che nulla è cambiato.

"Capire tu non puoi..
tu chiamale se vuoi emozioni.."

Che certe persone ci sono sempre state, ci sono, e -sono sicura- ci saranno sempre.

"tu chiamale se vuoi emozioni.."

E non ha prezzo ricevere un abbraccio dalla persona che in quel momento ha più bisogno di te di essere abbracciata.

"Uscir nella brughiera di mattina dove non si vede ad un passo..
per ritrovar se stesso.."

Non ha prezzo sentirsi dire che "il meglio che si possa desiderare da un'amicizia l'ho già avuto"

"Parlar del piu' e del meno con un pescatore per ore ed ore..
per non sentir che dentro qualcosa muore.."

Guidare di nuovo la Limitata, lungo le campagne maremmane.

"E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa.."

Perdersi nelle strade, con la radio che non prende un canale.

"E prendere a pugni un uomo solo perche' e' stato un po' scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese.."

Andare dal contadino a comprare il latte fresco, e berlo caldo di pastorizzazione sulla SuperPanda.

"e chiudere gli occhi per fermare qualcosa che.."

E ridere, ridere, ridere perchè Semola è ingrassata

"e' dentro me.."

E guardare un film con il dvd che salta in continuazione, senza riuscire a vedere il finale.

"ma nella mente tua non c'e'.."

E prometterci di rivedersi presto.

"Capire tu non puoi..
tu chiamale se vuoi.. "

Perchè mi mancano già adesso.

"Emozioni.."

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lunedì, aprile 14, 2008

Tramonto ferito

E' ferito il tramonto, su questo mare in burrasca.

Mi sento impotente e stupida e triste per non averla salutata un'ultima volta.
E provo rabbia, perchè non potrò più farla ridere facendo la scema.

L'unica cosa da fare adesso è stare vicine a sara-sca.

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martedì, aprile 08, 2008

La catarsi


La sede del laboratorio teatrale è in uno scantinato.

C'è questa grande porta metallica, grigia chiara, un po' scrostata, che ti fa pensare ad un parcheggio sotterraneo. Ed invece la piccola discesa di cemento porta ad un seconda porta. Più piccola e più robusta.
Dopo la porta, a destra c'è un minuscolo bagno. A sinistra, degli armadietti con l'occorrente per fare le pulizie. Continuando a dritto invece una porta a vetri, contro la quale rischio sempre di sbattere.

Poi cinque gradini.
Un pianerottolo sul quale sta un vecchio ma comodo divano. Altri cinque gradini. Ed infine lo spazio prove, con il pavimenento di linoleum nero, morbido, e quell'odore di gomma così familiare.
Ci cambiamo in un'altra stanza/sgabuzzino, e poi a piedi nudi iniziamo il training fisico, ascoltando la musica, che facilita la concentrazione.
Per un'ora e mezza sono solo muscoli tirati, scrocchi di ossa, respiri ritmati e sudore lungo la schiena. Sono capriole, salti, giravolte, corse e stop controllati, e da ieri (della seria "non si finisce mai di imparare!") anche ruote. Io, che non avevo mai saputo fare la ruota, al quarto tentativo ho ottenuto un buon risultato.
La musica mi facilita anche l'improvvisazione fisica.
Mi dimentico della mia goffaggine, e azzardo movimenti che, al di fuori del teatro, non farei mai.

Dopo una brevissima pausa, senza perdere nè concentrazione nè il lavoro muscolare, c'è un'ora di parte vocale. La mia voce passa dal diaframma al torace, alla bocca, al naso, alla testa.
E' incredibile quanto poco l'uomo conosca il proprio corpo. Ad ogni nota più alta che riesco a raggiungere senza il falsetto, o a quella più bassa che tocco senza raschiare la gola.. mi amo.
Mi sento completa, consapevole e padrona di me stessa.

Poi c'è la parte finale.
A volte lavoriamo su di un testo. Altre volte sull'improvvisazione.
Ma più spesso capita che sia Lui a guidarci, con la sua voce bassa e calma sopra le note della musica rilassante.

E' in questo modo che, ieri, è avvenuta la mia catarsi.
Mi sono vista dall'esterno, sono stata quello che credo di essere e sono stata quello che gli altri vedono in me.
"Ha le braccia incrociate sul petto, la tuta, le sopracciglia aggrottate e sembra simpatica. Ha la testa rivolta verso l'alto, è vestita con colori sgargianti, una gonna gitana e dovrebbe guardare gli altri in faccia quando le parlano. Ha le braccia incrociate dietro la schiena, è a piedi nudi e ha i pantaloni attillati con la canotta dorata, sembra che abbia qualcosa dentro: un'energia che prima o poi esploderà. Ha i capelli sciolti davanti al volto, i vestiti larghi che la nascondono ed è un peccato."

E poi sì, sono esplosa. Ho lasciato la mente correre indietro, indietro, indietro. L'ho lasciata frugare dolorosamente nel mio ventre, nelle mie viscere. Ha avuto il mio cuore fra le sue grinfie mentre i miei pugni si serravano fino a far diventare bianche le nocche.
Il mio corpo, scosso da tremiti, si è trasformato in una me sopita, fino a che un urlo di rabbia non ha sovrastato i pianti e le risate di chi mi stava attorno.
Poi c'è il conto alla rovescia.
E quando arriva lo zero riapri gli occhi e guardi incredula tutti gli altri, in quell'intimità tanto fragile che rischia di essere rotta al minimo movimento.
Dopo non parliamo quasi mai. Ci guardiamo negli occhi. A volte ci sorridiamo. A volte ci abbracciamo con amore fraterno, prima che arrivi l'imbarazzo a complicare le cose.

Ci ho impiegato un po' di tempo per capire che quello che ho vissuto era reale solo sul palco, mentre al di fuori dello spazio era solo finzione. Solo un richiamo di emozioni passate.
Ma quando finalmente l'ho capito, mi sono sentita meglio.

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domenica, aprile 06, 2008

La campagna a Milano

L'unica campagna di Milano, è quella elettorale.
Non credevo che avrei mai parlato di politica (?), qui sul blog, ma come astenersi dal farlo, quando ti ritrovi la città tappezzata da esilaranti manifesti tipo.. questo?
No, dico sul serio!
Come non scoppiare a ridere sul tram alla vista di un enorme scritta "ROMA LADRONA!" di passaggio?
O dello stand che reclama "l'indipendenza padana" proprio davanti alla statua del povero Garibaldi, in Piazza Cairoli?
Secondo me uno di questi giorni la statua salta giù dal suo cavallo di bronzo/ferro/quel-che-è e tenterà il suicidio sotto la metro.

Ma comunque, parlando d'altro.
Questa sarà la prima volta che voto, e mi è sorta naturale una riflessione.

Ora, prendo me come esempio: sono nata in una famiglia politicamente non schierata.
No, non anarchica o cosa: semplicemente disinteressata ecco.
Non ho memoria di neanche una sola discussione politica avvenuta fra le quattro mura di casa, al massimo qualche commento della serie "Tanto, una volta lassù sono tutti uguali!" o "Sono solo dei mangiapane ad ufo!" per quanto riguarda il repertorio di babboallacoque.
Mammallacoque invece ogni volta che vede Fini in tv sbotta nella sua classica frase "Vero che assomiglia a babboallacoque di faccia? Gli mancano solo i baffi e poi è uguale!".
In passato, da uovoallacoque ingenua e curiosa, ho cercato di chiedere spiegazioni su chi fossero quei personaggi che ciclicamente vedevo al tg e di cui non capivo le parole. Ma i genitoriallacoque raramente davano risposte esaurienti, erano molto sull'evasivo. E quindi sono cresciuta in questo strano clima in cui la politica era una sconosciuta.

Poi è arrivata la scuola. Le scuole medie. Ricordo che gli articoli della costituzione ce li facevano imparare a memoria (articoli che il giorno dopo venivano prontamente dimenticati), ricordo anche l'insegnante di Educazione Tecnica a favore dell'abolizione dell'art. 18 ma.. vabbè, oltre a mezzo dito probabilmente gli mancava anche qualcos'altro.
E poi.. beh,ricordo lo studio della seconda guerra mondiale, e la ricerca sul fascismo che portai all'esame.
Volendo approfondire di più la cosa e costatando che era impossibile instaurare un dialogo con i miei, decisi di tentare con la nonnallacoque, classe 1921.
"Nonna! Ma cosa è stato il fascismo?"
"Una brutta cosa, che ha ammazzato un sacco di parenti!"
E, vedendo la nonnallacoque che si rabbuiava, non osavo chiedere oltre.

Così sono arrivata alle superiori, dove della materia "Storia ed educazione civica" veniva prontamente tralasciata la seconda parte perchè "A scuola non si fa politica!", questo il motivo.

Ora, io mi domando: come si può formare una coscienza civica, politica, sociale in un clima simile?

Spero di essere stata un caso sfortunato. Tuttavia degli scambi di opinioni con miei coetanei mi abbiano fatto supporre e convincere del contrario.

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venerdì, aprile 04, 2008

Il piacere di ri-leggere

Dato che non ho ancora avuto occasione di fare un salto in libreria (rimando "l'incontro" ai primi giorni della prossima settimana) ne ho approfittato per rileggere un libro che, al tempo, mi piacque molto: "L'ombra del Vento" di Carlos Ruiz-Zafòn.

Mi piace rileggere i libri.
Ho sempre pensato che, rileggendo un libro, si possa "testare" di essere cambiati.
Si capiscono meglio certi argomenti, si fanno più collegamenti..
E così facendo cambia proprio il "relazionamento" con il libro stesso!

In questa mia rilettura,ad esempio, mi sono accorta di gustare certe sfumature o certe frasi dei personaggi che mi erano certamente sfuggite. Che ho letto senza capire, passandoci sopra per
Ne riporto un paio:

- "Esercito, matrimonio, chiesa e banca: i quattro Cavalieri dell'Apocalisse!"

- "La televisione, mio caro Daniel, è l'Anticristo. Mi creda, nel giro di tre o quattro generazioni la gente non sarà più in grado di scoreggiare da sola e l'essere umano regredirà all'età della pietra, alla barbarie medievale, a uno stadio che la lumaca aveva già superato all'epoca del pleistocene. Il mondo non verrà distrutto da una bomba atomica, come dicono i giornali, ma da una risata, da un eccesso di banalità che trasformerà la realtà in una barzelletta di pessimo gusto."

[Aggiunta dell' 1.21]

Alla fine non abbiamo resistito, e ci siamo catapultate in libreria questo pomeriggio.
Come resistere a "Lettere contro la guerra", col 15% di sconto? ;)

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