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domenica, aprile 06, 2008

La campagna a Milano

L'unica campagna di Milano, è quella elettorale.
Non credevo che avrei mai parlato di politica (?), qui sul blog, ma come astenersi dal farlo, quando ti ritrovi la città tappezzata da esilaranti manifesti tipo.. questo?
No, dico sul serio!
Come non scoppiare a ridere sul tram alla vista di un enorme scritta "ROMA LADRONA!" di passaggio?
O dello stand che reclama "l'indipendenza padana" proprio davanti alla statua del povero Garibaldi, in Piazza Cairoli?
Secondo me uno di questi giorni la statua salta giù dal suo cavallo di bronzo/ferro/quel-che-è e tenterà il suicidio sotto la metro.

Ma comunque, parlando d'altro.
Questa sarà la prima volta che voto, e mi è sorta naturale una riflessione.

Ora, prendo me come esempio: sono nata in una famiglia politicamente non schierata.
No, non anarchica o cosa: semplicemente disinteressata ecco.
Non ho memoria di neanche una sola discussione politica avvenuta fra le quattro mura di casa, al massimo qualche commento della serie "Tanto, una volta lassù sono tutti uguali!" o "Sono solo dei mangiapane ad ufo!" per quanto riguarda il repertorio di babboallacoque.
Mammallacoque invece ogni volta che vede Fini in tv sbotta nella sua classica frase "Vero che assomiglia a babboallacoque di faccia? Gli mancano solo i baffi e poi è uguale!".
In passato, da uovoallacoque ingenua e curiosa, ho cercato di chiedere spiegazioni su chi fossero quei personaggi che ciclicamente vedevo al tg e di cui non capivo le parole. Ma i genitoriallacoque raramente davano risposte esaurienti, erano molto sull'evasivo. E quindi sono cresciuta in questo strano clima in cui la politica era una sconosciuta.

Poi è arrivata la scuola. Le scuole medie. Ricordo che gli articoli della costituzione ce li facevano imparare a memoria (articoli che il giorno dopo venivano prontamente dimenticati), ricordo anche l'insegnante di Educazione Tecnica a favore dell'abolizione dell'art. 18 ma.. vabbè, oltre a mezzo dito probabilmente gli mancava anche qualcos'altro.
E poi.. beh,ricordo lo studio della seconda guerra mondiale, e la ricerca sul fascismo che portai all'esame.
Volendo approfondire di più la cosa e costatando che era impossibile instaurare un dialogo con i miei, decisi di tentare con la nonnallacoque, classe 1921.
"Nonna! Ma cosa è stato il fascismo?"
"Una brutta cosa, che ha ammazzato un sacco di parenti!"
E, vedendo la nonnallacoque che si rabbuiava, non osavo chiedere oltre.

Così sono arrivata alle superiori, dove della materia "Storia ed educazione civica" veniva prontamente tralasciata la seconda parte perchè "A scuola non si fa politica!", questo il motivo.

Ora, io mi domando: come si può formare una coscienza civica, politica, sociale in un clima simile?

Spero di essere stata un caso sfortunato. Tuttavia degli scambi di opinioni con miei coetanei mi abbiano fatto supporre e convincere del contrario.

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6 Commenti:

  • Alle 1:47 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

    Noi a scuola parlavo di politica, anche se teoricamente non si poteva e non si può. Facevamo dibattiti, e delle volte anche "risse" XD
    Una delle poche cose carine della scuola che ricordo con un mezzo sorriso.
    excell

     
  • Alle 4:04 PM , Blogger giraffa.c ha detto...

    La mia esperienza è un po' diversa (e sono pure più anzianotta di te) mio era, ed è ancora nell'animo, comunista, convinto, quindi abbiamo sempre discusso tanto di politica e lo facciamo ancora oggi, spesso troppo animatamente. Credo che la politica vada fatta "per strada" o, come accadeva prima, nelle sedi dei partiti, nelle "sezioni", dove tutti, dal filosofo all'operaio possono confrontarsi, sia a destra che a sinistra, passando per il centro. Il problema, purtroppo, è la totale indifferenza dei politici, che poggiano i loro preziosi deretani su poltrone d'oro, nei confronti delle persone "normali", dei giovani, dei cittadini. Non ci sono tanti centri di aggregazione, dove poter discutere e litigare (serve pure quello) su questioni sociali, economiche, etiche. In Italia, esistono solo "raccomandifici", luoghi dove il massimo dell'ideologia che un giovane possa esprimere è "a chi devo leccare il sedere per superare il concorso pubblico?". Perdona il francesismo ma, per esperienza, ho visto che funziona così..

     
  • Alle 4:05 PM , Blogger giraffa.c ha detto...

    mio padre..scusa, è colpa dell'influenza:-)

     
  • Alle 10:23 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

    Io la "politica" l'ho fatta, l'ho vista, l'ho vissuta..ho cercato di cambiare il mondo e di abbattere muri..ho fatto del male, molto..ne ho anche subito. Pur con un milione di difetti, era viva. Oggi è un cimitero delle idee e delle passioni. E' un autobus o un elicottero per raggiungere soldi ed interesse personali. E poco più ;-))

    No Blogger

     
  • Alle 7:38 PM , Blogger UovoallaCoque ha detto...

    Giraffa, l'indifferenza è anche da parte dei ragazzi ahimè!
    Te lo dico io che, senza ila-m, non me ne sarei mai interessata.
    Ed invece da un annetto a questa parte "seguo", seppure faticando a capire certe questioni. Fortuna che c'è ila-m che mi fa da dizionario ;)

    No Blogger: ma sei Bustone?

     
  • Alle 11:21 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

    eehhhh ? Bustone de chè, o Ovetto ? No, grazie al cielo sono me stesso ed è già difficile così ;-))

    No Blogger

     

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