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mercoledì, aprile 30, 2008

Scacco matto!

Con la Sfranta abbiamo rispolverato una vecchia scacchiera trovata per caso nei meandri dell'altra casina.
Come facevamo da bambini imitando il babboallacoque (che adesso, con la pensione, si è dato ancora di più ai tornei regionali fino a raggiungere il titolo di "candidato maestro"), ci siamo ritrovati davanti alle familiari sessantaquattro caselle.
Giochiamo senza orologio, lui con il bianco ed io come sempre in difesa.

C'è qualcosa di accattivante nel gioco degli scacchi.
Quello che mi affascina è il valutare tutte le conseguenze della propria mossa.
Cosa che, me ne rendo conto, mi ritrovo a fare anche nella vita quotidiana.
"Se muovo il pedone lì poi..?" "Se dico questa cosa qui poi..?"

Un gioco per paranoici?
Forse.

Resta il fatto che, quello che mi frega sempre, sono le sviste: faccio sempre un dannato errore di strategia.
C'è sempre un'inchiodatura, o una forchetta che mi sfugge.
E anche quando ho la partita vinta.. spesso cado in una patta, o in uno stallo.

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