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giovedì, gennaio 29, 2009

Meravigliosamente straordinario

vederti che cucini in casa nostra: come non abbracciarti e rimpirti di baci?
E portarti il caffèlatte la mattina appena sveglia, spalmarti il cicatrizzante, chiamarti felice per informarti di quel 28 preso all'esame, studiare l'una davanti all'altra la "fuffa" e le "cose serie",cambiare canale quando ti incazzi sui servizi del tg, guardare un film nel nostro letto a due piazze anche se ne utilizziamo solo mezza, e poi fare l'amore come se fosse la prima volta,facendo attenzione alla cicatrice e piangendo per l'emozione di averti ancora fra le mie braccia, sotto alle mie dita, sulle mie labbra..

E vorrei dedicarti più tempo di quello che ho a disposizione.
Attualmente sono divisa fra lo studio ed il teatro, senza contare che la prossima settimana avrò uno stage intensivo con una copagnia olandese, oltre all'inizio di quel cavolo di corso di recupero di grammatica italiana.

..e la stanchezza mi ruba le parole anche questa sera.

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martedì, gennaio 20, 2009

Nervosa

nervosa perchè mi programmo le giornate e, puntualmente, i miei programmi saltano.
E anche questo su e giù in treno, fare e disfare la valigia..quando tutto quello che vorrei è semplicemente starmene per 7 giorni filati in una casa sola. Già, che poi c'è anche la questione della casa: non so se al mio ritorno mi ha mandata più in bestia il trovarmi come al solito fra i piedi il fischiettante Signor Burns, o vedere la pila di piatti sporchi nel lavandino.

E domani dovrò fare chiamate, disdire impegni (eeh, parla la grande donna d'affari!), e trovare il tempo di fare la spesa e studiare: non mi è mai capitato di voler studiare e di non riuscire a farlo a causa di agenti esterni.

Il nervosismo si sta trasformando in isterismo.
Meglio andare a letto.

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domenica, gennaio 11, 2009

Domani primo esame universitario

E potrei partire con un flusso di coscienza pessimista, ma mi trattengo.
Dal scriverlo, mica dal pensarlo ovviamente.
Paura di fallire?
Beh, più che altro non mi va di deludermi ancora una volta.
Domande, tante tante domande che mi frullano in testa, e poi ancora dubbi, ripensamenti, rimorsi, valutazioni di altre strade che avrei potuto prendere..
Come al solito, insomma.

Mah..

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sabato, gennaio 10, 2009

Stanotte ho fatto un incubo.

C'era una grande luna piena, ed in controluce questo albero spoglio.
In due rami c'erano impiccate due persone, di cui ne ho riconosciuta solo una: era stata impiccata da ila-m, come una sorta di promessa d'amore.
Poi mi svegliavo di colpo e mi accorgevo che era solo un brutto sogno.
Scrivevo una lettera, spiegando l'accaduto ad una persona fidata che di queste cose un po' se ne intende.

Di colpo mi ritrovo in una grande sala, una Biblioteca in cui ho la sensazione di esserci già stata.
La bibliotecaria assomiglia alla mia attuale insegnante di Teatro, con i tinti capelli rossi e gli occhiali da lettura.
Le pareti hanno la carta da parati, e c'è una fotografia che ritrae un vecchio signore grasso con la folta barba bianca e gli occhialetti tondi. Assomiglia ad un grasso criceto.
La bibliotecaria mi dà un sacchetto di plastica con delle VHS che ho già visto e che non mi va affatto di rivedere, ma non glie lo dico e le prendo lo stesso.
Dal sacchetto tira fuori un vecchio quaderno dalle pagine ingiallite: la scrittura è infantile, è la mia ai tempi delle elementari.
Le scritte sono blu o rosse, a seconda dal punto di vista.
Legge ad alta voce una frase che mi suscita delle risate.

Poi mi accorgo che, in una parete della stanza, c'è una sorta di stufa. Qualcosa di molto simile ad un forno crematorio, e penso che se il sogno precedente fosse stato vero.. beh, l'avrei utilizzato per sbarazzarmi del corpo.
Davanti al forno c'è uno strano labirinto, con pareti di carta che scendono dal soffitto come fossero scenografie teatrali. Inizio a correre, ed il fruscio della carta diventa sempre più forte.
So che nel labirinto, da qualche parte, c'è anche Ila-m.
Sento la sua voce, ma non riusciamo ad incontrarci.


Poi il Signor Burns, alle 9 e mezza di mattina, suona il campanello di casa una mezza dozzina di volte, svegliandomi per davvero: nessuno va ad aprirgli e risolve con le chiavi che in realtà ha con sè.
Se non fosse che mi ha svegliato dall'incubo, giuro che gli avrei tirato dietro qualcosa.

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venerdì, gennaio 09, 2009

La stanza è fredda,

il letto è enorme e vuoto senza di te. E fortunatamente è una mancanza momentanea la tua, anche se un mese sarà lunghissimo.
Dormo dalla tua parte del letto cercando invano il tuo profumo, una traccia del tuo calore.
E mi rendo conto che le giornate senza di te non hanno senso. Non hanno senso.
Le riempio, certo: studicchio, mangiucchio.. è come se facessi le cose a metà. O tanto per farle, perchè non ho la tranquillità che sai trasmettermi con la tua sola presenza.

Non volevo tornare a Firenze.
E prima di ieri per me non era mai stato un dramma separarmi da te per una decina di giorni: sei sempre stata tu a fare le tragedie greche prima di ogni partenza.
Ma adesso.. come se non bastasse ti sei beccata anche la febbre del momento, con tanto di nausea in omaggio.
E' che non ti ho mai vista tanto fragile.
Come quando pochi giorni fa ti sei tolta il cerotto, lasciando scoperta la cicatrice..
E' che se tu fossi qui, con me, ti accudirei. Capisci?
E giuro che non userei neanche la scusa dell'allergia al detersivo: li laverei io i piatti. E ti porterei la colazione a letto ogni mattina invece che alternarmi con te e ti farei mangiare in modo leggero ma sostanzioso perchè mi spaventano le tue spalle secche quasi quanto le mie e rifarei il letto ogni mattina piegando il pigiama invece di appallottolarlo e nasconderlo sotto al cuscino e ti farei ridere quando ripenserai ai dottori che continuano a ripeterti che sei viva per miracolo e..

E adesso riproverò a dormire, che magari a questo ennesimo tentativo mi va bene.

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sabato, gennaio 03, 2009

Nessuna festa di Capodanno

Non ho brindato con lo spumante, non ho fatto il conto alla rovescia, non ho scoppiato alcun petardo nè gettato piatti vecchi fuori dalla finestra.
E non ho indossato nessuna mutanda rossa di pizzo.

Insomma, non ho festeggiato. Non nel modo classico, almeno.
Perchè ho preferito rapire ila-m e approfittare delle strade deserte per girellare nei dintorni e appostarmi in un parcheggio panoramico dei tanti paesini dei dintorni, ascoltando la musica giusta e guardando i fuochi d'artificio che venivano fatti saltare poco lontani da noi.
Ho riscoperto il piacere di baciarla. Un piacere che, lo ammetto, avevo forse un po' perso.
O dato per scontato, non so. Fatto sta che mi è sembrato di tornare a quei baci di ormai quasi quattro anni e mezzo fa, quelli che ci scambiavamo sulla sabbia umida, al buio della notte estiva.

In questi giorni la giostra della vita torna lentamente a girare, ed ho paura che ben presto riprenderà in fretta i giri perduti, rischiando di farmi venire la nausea: fra pochi giorni inizia il periodo degli esami universitari, ritorno a teatro, a Firenze.. e per questo mese purtroppo sarò da sola in casa. Il medico ha consigliato ad ila-m di starsene tranquilla fino agli inizi di Febbraio, e credo che questo mese non mi passerà mai e poi mai, nonostante cercherò di tornare qui in Maremma il più spesso possibile..
Fra le altre cose sono tornata rossa di capelli. Stavolta di un rosso mogano: esperimento fatto con l'hennè, e che verrà riconfermato a breve con una tinta permanente, vista la reazione positiva di ila-m.

Sono contenta di avere guadagnato piccole grandi consapevolezze che hanno contribuito a scacciare delle paranoie inutili, anche se hanno forse generato paure più grandi: come ha scritto ila-m in una sua bellissima lettera, "E' troppo semplice morire. Troppo tempo impieghiamo a costruirci, e troppo poco ne basta per distruggere tutto".
Sono ancora più convinta che sia arrivato il momento di smetterla di avere paura dei Ragni e dei Tarli della mia mente, e che devo seriamente impegnarmi a gettare la maschera.
Meno pensieri e più vita, insomma.

Meno pensieri e più vita.

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