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venerdì, ottobre 10, 2008

Giorno no

Ed ecco il giorno no, come era quasi scontato che arrivasse dopo 3-4 giorni di tranquillità.
Tranquillità sì, perchè in questa setimana ho pensato a mettere da parte le paranoie e ad agire un po' di più.
Beh, niente di eccezionale: ho solo consegnato un po' di curriculum in giro, cercando di pensare positivo.

Ma come può non crollarmi nuovamente tutto addosso, tornando qui nel fine settimana?
La Sfranta è partito per Edimburgo, e lui solo quando e se tornerà.
La camera è desolatamente vuota senza di lui, che si è portato dietro anche i soprammobili delle sue mensole.
Nonostante sia partito solo ieri, mamma ne ha già approfittato per fare l'avvoltoio e ribaltare mezza camera, così che quando oggi sono tornata ho trovato i letti sfatti, con i materassi alle pareti perchè "devono prendere aria".
Tutto, in casa, ha un aspetto patetico: questo vecchio pc che parte solo dopo 4 tentativi, il frigorifero gnomico che nonostante tutto continua ad essere perennemente vuoto, l'orrenda collezione di bambole di porcellana là sopra il pianoforte caduto in disuso.. ed in tutto questo quei due vecchi viscidi ci stanno benissimo. Anzi, Non potrebbero stare da nessuna parte se non qui, in questo disgustoso quadretto finto naif del cazzo.

E mentre a tavola mangiavamo un tenero maialino gentilmente regalatoci dal nostro medico musulmano (al quale i contadini ignoranti regalano ogni mese il maiale più grasso di tutta la cucciolata) mi sono azzardata a toccare il tasto della Limitata, osservando che "Non vi dico di darmi soldi, ma almeno la benzina nella macchina potreste farmela trovare, visto che mi serve per andare al Laboratorio".
Avrei fatto meglio a mordermi la lingua fino a staccarmela, visto il polverone che si è alzato: ma la macchina serve a te mica a me ed io riscuoto solo 200 euro al mese e tua madre non mette mai i soldi in comune e adesso ci si è messo anche tuo fratello che vai a sapere dove sta e con chi vive e cosa fa e cosa pensa di fare e..

E glie le avrei ficcate in culo ad una ad una ad entrambi quelle patatine fritte che sono vent'anni che non le passa prima nella carta assorbente, e che rimangono schifosamente unte.
Mi sono restate sullo stomaco, e per il nervoso ancora non riesco a cenare (ma non ci sarebbe lo stesso nulla per cena), e mi limito a inghiottire litri e litri di caffè a stomaco vuoto, che tanto l'anima amara ce l'ho di già.