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lunedì, settembre 29, 2008

Uhm, bene..

Ho già beccato i primi malanni della stagione: raffreddore e mal di gola probabil-sicuramente presi da ila-m, e questo fine settimana a Roma non ha fatto altro che accentuarmeli; ma per gli spettacoli teatrali che ho visto ne è valsa la pena.
E mentre monta il mal di testa non posso fare a meno di pensare agli spunti registici che mi sono paciuti, mentre in testa continua a frullarmi un' idea di monologo che ancora non vuole prendere forma.
Ripenso anche a venerdì scorso, e alla delusione teatrale avuta dall'incontro del Laboratorio: sono in mezzo a diciassettenni inesperti che per l'imbarazzo si giocano tutto sul comico.
Ripenso anche all'entusiasmo di David per lo stesso incontro, ed io che guidavo in silenzio la Limi verso casa. Perchè forse è solo questione di tempo, e qualcosa di buono si può tirare fuori. Si tirerà fuori.
Ma è ancora presto, ed io sono troppo impaziente, e pecco di presunzione.
Penso a tutto questo, ed è una conferma di quanto mi abbia fatto bene il corso dello scorso anno, su a Milano. Di quanto sia stato così incisivo nonostante tutto.
Giù a Roma non ho resistito, ed ho comprato un libro sulla Kane correndo il rischio di rimanere senza soldi per il viaggio di ritorno.

Eppure eccomi qui, con il mal di testa ormai incalzante e gli occhi dolenti e gonfi per le poche ore di sonno: non c'è tempo per dormire quando conosci madri come Nella che tutto quello che ha sono i suoi figli, e spendi esageratamente troppo per una birra ed una schiaccia, e resti con i cellulari scarichi, e C. che fa finta di essere ubriaca e pensi che sia una pessima attrice in tutti i sensi (anche se non glie lo dici, anche se è solo invidia), e devi per forza prendere il biglietto della lotteria a mamma che tanto lo sappiamo tutti che nessuno vincerà, che noi non vinceremo, che siamo quasi destinati a perdere.
E poi c'è stato l'incubo notturno, e la forte mancanza di ila-m anche se lei non ci crede, e gli sms del buongiorno che non sono arrivati, e la musica dal palco che entrava nelle ossa, e foto venute troppo mosse, e lo stipendio che non è pronto, e la voglia di iniziare la Scuola.
Sì, la voglia di iniziare la Scuola: il bisogno di iniziare la Scuola.
E aspetto, aspetto, continuo ad aspettare tenendo il conto alla rovescia.
Il Festival è già iniziato, e ad un paio di spettacoli voglio andarci e ci poterò anche ila-m, perchè mi va di parlare di teatro con lei, o forse è solo voglia di lei e del suo respiro vicino e delle sue mani calde e di noi due che dopo tanto, troppo, abbiamo rifatto l'amore.

E adesso è meglio andare sotto le coperte, e misurarmi la febbre, e magari dormire un po'.
Parto domani per ritornare a Casa (che con la "c" maiuscola intendo il B&B) e devo anche passare a prelevare in posta.
E meglio finirla qui, o potrei continuare a restare per chissà quanto dietro l'onda dei miei pensieri, e scrivere e scrivere, e scrivere ancora.

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