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martedì, febbraio 19, 2008

In a Persian (asian) market

Premessa

Quando suonavo-
No, ricominciamo.
Quando prendevo lezioni di pianoforte-
Ok, verità nuda e cruda: quando alle scuole medie tentavo di suonare il pianoforte, la mia professoressa mi dette oltremodo fiducia, assegnandomi questo pezzo di un tale Albert Ketelby.
Inutile stare a sottolineare di essere arrivata alla terza-quarta pagina al massimo delle dodici che componevano il brano.

Fine premessa

Quelle tre paginette, però, mi sono rimaste abbastanza impresse.
Tanto da uscire fuori dalla mia testa questa sera quando, alla disperata (anzi vana) ricerca del (della?) garam masala, dopo essere rimasta delusa dalla Lidl -che di orientale ha solo cibi thailandesi- mi sono imbarcata in un negozio alimentari asiatico.
Ora.
Il primo grillo che mi è saltato alla testa è la fissa della pulizia del negozio.
Tutti quegli scaffali con le scatolette con le etichette illeggibili (perchè in lingua originale) ammassate l'una sopra l'altra, o i grandi sacchi di riso e legumi secchi vari mi hanno fatto storcere il naso.
Dopo i primi dieci minuti di ricerca, poi, il pregiudizio è svanito.
Dopotutto ne ho viste di peggio, come ad esempio pizzerie italianissime piene di scarafaggi (l'altra faccia della medaglia del lavorare nei ristoranti, ahimè). O piattole cadere dal soffitto di Ristoranti veneziani.
Quindi, dopo un po' tutto quel casino (si, era proprio un casino) di merci imbustate, di bottigliette di vetro con salsine, di spezie, di lattine di latte di cocco, di piadine congelate, di pesce essiccato e robe simili.. ha iniziato a piacermi.
Cioè, ci prendevo proprio gusto a tentare di decifrare cosa potessero essere!

La cosa è poi diventata imbarazzante, dopo i 15 minuti di permanenza nel minuscolo negozietto.
Eh sì, perchè ad un certo punto mi son sentita osservata.
E così mi sono accorta che lì dentro ero l'unica italiana: c'erano messicani, arabi, venezuelani (?)..ma io ero l'unica italiana.
E questa cosa è diventata immediatamente imbarazzante, perchè mi sono sentita "diversa",e fuori luogo, con quegli occhi puntati addosso da un uomo di cinquanta e passa anni, scuro come una castagna e dalla pelle vizza come fosse carpaccio arrotolato.
Quella mia sensazione è stata confermata subito dopo aver chiesto ad uno dei ragazzi che lavorava lì se aveva della Curcuma.
Lui mi ha guardato con l'espressione di chi non capisce, e ha balbettato "Cu-curcuma?".
Allora ho sorriso, scuotendo il capo. L'ho rngraziato e mi sono rituffata alla ricerca.

Alla fine ho trovato da sola quello che cercavo.
Curcuma e semi di coriandolo, che adesso se ne stanno allegramente mischiati a dello yogurt bianco intero, a del sale, pepe, zenzero e salsa di pomodoro.
A far marinare per tutta la notte dei bocconcini di pollo.

Domani saprò dire come e se mi sarà riuscito il pollo Tikka Masala.

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3 Commenti:

  • Alle 8:36 AM , Anonymous Anonimo ha detto...

    Adesso ho ancora più voglia di mangiare indiano.
    -_- brava, brava, TU mangialo.
    Excell

     
  • Alle 11:29 AM , Blogger MyP ha detto...

    Ma tu vieni qui a Milano per andare nei persian market???????
    Ussignur questi turisti toscanacci!!!

    :-)

     
  • Alle 11:08 PM , Blogger giraffa.c ha detto...

    Opperdincibacco, per un secondo ho pensato volessi fare un ovetto alla curcuma:-P vabè, se i bocconcini ti vengono buoni, ci puoi pure dare la ricetta! Su, su, che intrugliamo pure noi..

     

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