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domenica, novembre 01, 2009

Un altro mondo è possibile

Il bello di far parte di un'associazione culturale, è che incontri altre associazioni capaci di farti conoscere nuove realtà.
Uno di questi incontri è avvenuto questa estate,per caso, quando dopo la replica dello spettacolo fatta alla Festa Internazionalista mi feci fare una treccina colorata da una ragazza che vendeva oggetti in ceramica realizzati personalmente a mano.
Fare una treccina colorata implica del tempo, e passarlo in silenzio è alquanto imbarazzante.
Così parlammo delle nostre associazioni, e ho avuto la conferma delle sue parole giusto questo fine settimana, alla piccolissima "Festa della castagna" da loro organizzata.

Raggiungere il podere in mezzo al bosco non è stato semplice, sebbene facilitati da degli straccetti-guida appesi ai rami degli alberi, la macchina di Perra procedeva a passo di lumaca giù per la stradina sterrata e tutta fosse a 700 metri di altitudine.
Avevamo ormai perso le speranze quando dietro una curva abbiamo trovato tracce di vita: una fila di macchine parcheggiate sull'orlo di un burrone, davanti ad un cartello illustrato che recitava "Noi aspettiamo qui!"
Il freddo ha contribuito a farci latitare, fino a quando, avvicinatami al fuoco sul quale venivano arrostite le castagne (dentro ad un cesto della lavatrice modificato!) non ho iniziato a fare domande.

E' così che ho scoperto quella che molto probabilmente un giorno si trasformerà nella mia uscita di sicurezza.
Attualmente sono rimasti in quattro,e vivono a stretto contatto con la natura ed i suoi ritmi che non vogliono intaccare: è per questo che praticano l'agricoltura sinergica con la tecnica geniale della coltura complementare (specie diverse di ortaggi in fila le une accanto alle altre), in modo da arricchire il terreno e limitare i danni dei parassiti.
In fondo al piccolo, rigoglioso orto, un punto di "raccolta delle acque": un laghetto in cui confluisce l'acqua che viene fitodepurata da piante di giunchi.
Mentre due ragazze mi parlavano di permacultura e del laboratorio di fitoterapia una decina di giovani galline ci zampettavano ai piedi.
"Ma riuscite ad ammazzarle?" ho domandato, prevedendo la risposta.
"L'altro giorno un ratto ha ferito un pulcino, e Nero è stato un intero pomeriggio a dargli da mangiare per fargli recuperare le forze" mi ha risposto Sibilla.


Prima di mangiare le caldarroste e bere un bicchiere di rosso novello mi hanno fatto visitare la yurta in giardino, parlando del problema energetico.
"Per adesso utilizziamo un impianto fotovoltaico che ci permette l'illuminazione di qualche stanza, e l'utilizzo di internet. Per quanto riguarda il riscaldamento, abbiamo stufe nelle camere e il camino nella cucina: nei corridoi e nel bagno si gela, ma ci stiamo attrezzando per un nuovo impianto con dei termosifoni. Stiamo puntando all'autosufficienza in tutti i campi."
La yurta, con la sua architettura circolare e il rivestimento in feltro è molto più comoda di quanto in realtà sembri.
"Stiamo aspettando che ci arrivi un originale telo impermeabile, che avrà una finestra. Così potremo metterci una stufa e renderla abitabile anche per l'inverno! Per adesso la utilizziamo nei seminari di danza che facciamo ogni tanto.."

Fa freddo, torniamo al fuoco per scaldarci. Mangiamo caldarroste che i cani tentano di fregarci dalle mani, e beviamo vino. Lasciamo un'offerta. Dopo un po' salutiamo tutti, e con Perra, Tide e Ila-m facciamo ritorno in città. Durante il viaggio restiamo in silenzio ad ascoltare la musica, ognuno immerso nei propri pensieri.
A distanza di giorni continuo ad essere piacevolmente colpita da tutto quello che ho visto e sentito in quelle poche ore: venire a conoscenza di una scappatoia dal meccanismo fatale della nostra società mi ha fatto sentire un po' meglio, e non escludo una mia futura fuga, per qualche giorno. Per provare.

Beh, magari in primavera, quando farà un po' più caldo!

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2 Commenti:

  • Alle 11:40 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

    se ti piace provare, va bene, ma mi pare una fuga dalla realtà. E questa realtà ha bisogno di essere migliorata: se chi è motivato a cambiarla fugge, chi la cambia? Pensi che una yurta possa bastare?
    Ciao!
    No Blogger

     
  • Alle 7:53 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

    e chi dice che chi è motivato debba buttare la propria vita per cambiare quello che la maggioranza non vuole cambiare, meglio cambiare aria e vivere la propria felicità!

     

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