Il peggio è passato
Strano.
Sono passati solo dieci giorni dall'operazione, e a me sembra che siano trascorsi mesi.
Dall'ultima volta che ho scritto qui ne sono successe di cose, sia belle che brutte: dal vederla tornare a mangiare qualcosa di consistente allo starle vicina nei momenti di depressione, dall'aiutarla a compiere i primi passi, al farla ridere facendo uno stupido balletto nel corridoio mentre le mettevano l'ennesima flebo.
Ed è stato bellissimo lavarle i capelli nel lavandino, o leggerle la rassegna stampa del giorno, comprarle la teiera e la crema per le mani dall'erborista di fiducia.
Gli imprevisti ovviamente non sono mancati: le è venuta una flebite alla vena, e la membrana esterna dell'intestino le aveva tappato un drenaggio che non ne voleva sapere di uscire. I dottori senza mezzi termini e con un Placebo (a cui ila-m non ha creduto) glie l'hanno strappato via a forza: le urla si sono sentite fin fuori dal reparto.
Ma l'importante è che il peggio sia passato.
Ieri mattina l'hanno dimessa, ed anche se non è a casa nostra.. l'importante è che non stia più in quella gabbia bianca che puzza di semolino e di medicinali.
Rimangono da togliere solo alcuni punti, poi gli ultimi controlli e accertamenti.. e fra un paio di mesi torneremo alla nostra vita.
In tutto questo ho capito l'importanza delle amicizie, scoprendo di averne molte più di quante ne immaginassi (e non grazie a facebook!). Ha ragione Giulia quando dice "A volte quello che ci vuole è una cena di puro divertimento con le persone giuste", ed è per questo che mi sono ritrovata a preparare dei disgustosi gnocchi di zucchine e dei topini di colloso purè di patate,per una cena vegetariana, il tutto reso mangiabile solo dalla grande quantità di vino rosso. O a fabbricare una casetta di pan di zenzero rigorosamente comprata all'IKEA e svegliarsi la mattina dopo, a casa di egi, con una voce simile a quella di Amanda Lear e con un dread in testa.
Ed in fondo è stato bello anche passare il Natale a casa di amici di famiglia, scoprendo con stupore che a distanza di anni non è cambiato poi più di tanto: sono sempre quella che ti svuota l'armadio dai vestiti che non usi più, eh? ;)
E nonostante tutto di regali belli ne ho avuti questo Natale: primo fra tutti l'averti ancora al mio fianco, il libro di Carlos Ruiz Zafon, Le Venti Poesie d'Amore e la canzone disperata di Neruda, le risate in compagnia, le notizie della Sfranta disperso da qualche parte ad Edimburgo.
Ma soprattutto la consapevolezza della bellezza delle piccole cose.
Sono passati solo dieci giorni dall'operazione, e a me sembra che siano trascorsi mesi.
Dall'ultima volta che ho scritto qui ne sono successe di cose, sia belle che brutte: dal vederla tornare a mangiare qualcosa di consistente allo starle vicina nei momenti di depressione, dall'aiutarla a compiere i primi passi, al farla ridere facendo uno stupido balletto nel corridoio mentre le mettevano l'ennesima flebo.
Ed è stato bellissimo lavarle i capelli nel lavandino, o leggerle la rassegna stampa del giorno, comprarle la teiera e la crema per le mani dall'erborista di fiducia.
Gli imprevisti ovviamente non sono mancati: le è venuta una flebite alla vena, e la membrana esterna dell'intestino le aveva tappato un drenaggio che non ne voleva sapere di uscire. I dottori senza mezzi termini e con un Placebo (a cui ila-m non ha creduto) glie l'hanno strappato via a forza: le urla si sono sentite fin fuori dal reparto.
Ma l'importante è che il peggio sia passato.
Ieri mattina l'hanno dimessa, ed anche se non è a casa nostra.. l'importante è che non stia più in quella gabbia bianca che puzza di semolino e di medicinali.
Rimangono da togliere solo alcuni punti, poi gli ultimi controlli e accertamenti.. e fra un paio di mesi torneremo alla nostra vita.
In tutto questo ho capito l'importanza delle amicizie, scoprendo di averne molte più di quante ne immaginassi (e non grazie a facebook!). Ha ragione Giulia quando dice "A volte quello che ci vuole è una cena di puro divertimento con le persone giuste", ed è per questo che mi sono ritrovata a preparare dei disgustosi gnocchi di zucchine e dei topini di colloso purè di patate,per una cena vegetariana, il tutto reso mangiabile solo dalla grande quantità di vino rosso. O a fabbricare una casetta di pan di zenzero rigorosamente comprata all'IKEA e svegliarsi la mattina dopo, a casa di egi, con una voce simile a quella di Amanda Lear e con un dread in testa.
Ed in fondo è stato bello anche passare il Natale a casa di amici di famiglia, scoprendo con stupore che a distanza di anni non è cambiato poi più di tanto: sono sempre quella che ti svuota l'armadio dai vestiti che non usi più, eh? ;)
E nonostante tutto di regali belli ne ho avuti questo Natale: primo fra tutti l'averti ancora al mio fianco, il libro di Carlos Ruiz Zafon, Le Venti Poesie d'Amore e la canzone disperata di Neruda, le risate in compagnia, le notizie della Sfranta disperso da qualche parte ad Edimburgo.
Ma soprattutto la consapevolezza della bellezza delle piccole cose.
Etichette: amicizia, egi, emozioni, i ragazzi dell'associazione, ila-m, innamorata, mio fratello (detto la Sfranta), Natale, noi, ospedale, piccoli passi, uovoallacoque
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