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giovedì, marzo 20, 2008

Cosmopolitismo e globalizzazione

Leggendo "Un indivino mi disse", del Maestro Tiziano Terzani, è inevitabile riflettere su queste due parole.

L'idea di cosmopolitismo (dal greco kosmos: terra e polites: cittadino) è una cosa che mi piace. Adoro andare in giro per Milano e vedere la multi-etnicità!
Cinesi, indiani, arabi, italiani, inglesi: tutto questo incontrarsi di facce dai tratti somatici deliziosamente diversi.. sullo stesso suolo.
Insomma: mi piace vedere il mondo come un'unica, grande città senza confini (e per "città" non intendo metropoli!) in cui ogni persona è un cittadino del mondo, che conserva però le proprie radici culturali.

Ed è proprio qui che nasce l'equivoco, perchè troppo spesso le parole che danno il titolo al mio post vengono confuse.
Il risultato?
Progressivamente, l'idea cosmopolita è mutata in un'arida globalizzazione, in cui la cultura occidentale fa da padrona.
E' per questo che quegli stessi cinesi, indiani, arabi, italiani ed inglesi citati di sopra.. erano tutti uguali! Stesso taglio di capelli, stessi vestiti, spesso ahimè stessa religione, stessa lingua (che faccia che ho fatto la prima volta che ho visto una cinese parlare in un correttissimo milanese DOC!)
E la cultura?
Possibile che la cultura di un popolo, in altri Paesi, venga comunicata al massimo attraverso la parte del business? Mi riferisco alla ristorazione, come agli ormai quotatissimi corsi di Yoga, che in occidente sono ormai travisati dal loro originario significato. E temo che gli esempi siano molti, tanti! Troppi!

La globalizzazione ha portato all'appiattimento delle varie culture: basti pensare che le grandi metropoli di tutto il mondo sono uguali: visitare Milano è come visitare Berlino, fatta eccezione per i monumenti che, appunto, fanno parte della antica cultura di un determinato popolo, di una determinata nazione e via dicendo.
E' per questo che inorridisco quando sento parlare della lotta contro il velo delle donne musulmane portata spesso avanti dalla nostra società.
Chi siamo noi per imporre la nostra cultura, religione, modo di vivere sulle altre?
Cosa abbiamo in più?
E' per questo che rabbrividisco quando in tv vedo documentari sull'africa in cui scorrono le immagini di donne africane vestite con abiti occidentali.

Mi preoccupa il vizio che la cultura occidentale ha sempre avuto (ad iniziare dalla religione cristiana, che, personalmente credo sia la causa di ogni male) di voler portare, imporre la propria cultura sulle altre.
Presto, molto presto non avremo più etnie, non più tradizioni, non più culture diverse.

Presto saremo tutti dannatamente, aridamente uguali!


Ehh, torna a leggere il Maestro và..

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4 Commenti:

  • Alle 3:47 PM , Blogger giraffa.c ha detto...

    Sono d'accordo con te, e mi dispiace che gli uomini non sappiano gestire in modo positivo una globalizzazione che, invece, potrebbe portare dei bebefici, sopratutto per i Paesi meno sviluppati da un punto di vista economico. Invece, come accaduto in passato, si attuano nuove forme di colonialismo, in Paesi poveri che accolgono a braccia aperte industrie altamente inquinanti o multinazionali in cerca di forza lavoro a costo zero, che trattano i lavoratori come schiavi, approfittando della totale assenza di norme adeguate. E, inevitabilmente, il colonialismo ha ripercussioni sulla cultura e sulle tradizioni delle minoranze che, invece, dovrebbero continuare a lottare per conservarle. Però, sono certa che non diventeremo mai tutti uguali, l'uomo è una bestiolina troppo variegata per omologarsi completamente:-) opperdincibacco, quanto ho scritto! Buona Pasqua, ovetto e mi raccomando, non trasformarti in ovetto di cioccolata, non è il periodo giusto;-)

     
  • Alle 3:48 PM , Blogger giraffa.c ha detto...

    ..benefici..

     
  • Alle 6:11 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

    ...sottoscrivo, ad esclusione dei "bebefici" ;-))
    No Blogger

     
  • Alle 9:37 AM , Blogger MyP ha detto...

    In realtà nessuno confonde niente. Siamo tutti ben consapevoli della differenza tra il primo e il secondo termine. L'evento globalizzazione che sta prendendo sempre più piede dall'occidente arriva volontariamente ... con la consapevolezza di quello che potrebbe portare. All'uguaglianza insignificante che oscurerà ogni singola cultura.
    Guarda ad esempio l'euro: sembrava chissà quali vantaggi avrebbe dovuto portare e invece ha combinato solo casini e in più le lire, i marchi, i franchi ecc sono solo un malinconico ricordo.
    Ci facciamo del male da soli, va detto.
    E la cosa più triste è che ne siamo tutti consapevolissimi.

     

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