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domenica, maggio 06, 2007

Un doppio caffè espresso, corto.

Una voglia irresistibile, un desiderio incontenibile, un sogno.. realizzabile!

I sensi sono all'erta: sento il rumore del liquido che dalla macchina scivola dentro alla tazzina, percepisco l'aroma accattivante che si sparge nell'aria attorno, osservo la superficie schiumosa che cela il caldo, intenso caffè che in bocca è un vero e proprio tripudio per le papille gustative!
Breve ma intenso.
Ecco, è già finito.
Mi aggrappo a quel gusto che rimane per pochi minuti in bocca.
Cerco di non farlo scivolare via subito, di non deglutire. Inutile tentare di raschiare il fondo della tazzina: perfino lo zucchero è sparito.
E allora.. cosa rimane di quel caffè?

Il ricordo, ma soprattutto le emozioni.

Sono stata una funamola fra i tetti, il colore rosso di una mattina piovosa, un essere congelato dentro ad una lastra di ghiaccio, e poi un orso, un gatto, una cantante d'opera, ed ancora il mio nome urlato o ripetuto, il gusto di un pennello bagnato che prima aveva colorato con le tempere e spalmato colla..sono stata questo, e tanto altro ancora.
Ho annusato l'odore della gioia, della speranza, della paura, dell'estate; ho sentito i suoni più curiosi provocati da impensabili strumenti musicali; sono stata punzecchiata, accarezzata, bagnata, coccolata..
Ed infine sono stata là, sul palco. Su quel palco.
Perchè quando sono lassù, sulle assi scricchiolanti, quando sento l'odore tutto particolare del fumo per gli effetti speciali, quando accarezzo il tessuto delle quinte.. non esiste più nientaltro.
Neanche io. Non sono più me.
O forse è proprio lassù che lo sono veramente.
Esiste solo il nostro spettacolo, quello che abbiamo costruito tutti assieme.
Quello in cui siamo cresciuti, quello che abbiamo dovuto mutilare brutalmente perchè proprio i protagonisti ci hanno piantato in asso all'ultimo momento.
Uno spettacolo che abbiamo deciso di presentare lo stesso perchè.. perchè alla fine non è la durata che fa eccellente uno spettacolo.
No.
E' la passione che lo rende tale. Le emozioni che vivi e che susciti nel pubblico.
Lo stesso pubblico che ti guarda con il fiato sospeso, il pubblico che se vuoi puoi far pendere dalle tue labbra: puoi farlo piangere, puoi farlo ridere, puoi farlo angosciare.
Emozionare.

Perchè il Teatro non è una mera finzione.
E' emozione.

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2 Commenti:

  • Alle 10:38 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

    "perchè il Teatro non è una mera finzione. E' emozione" ... qualcosa che ti invade lasciando spazio solo ai brividi..e attonito assisti al tuo essere mutarsi, diventare qualcosa che non controlli più tu, ma che ti comanda..
    Ma rimane il fatto che sei proprio tu quello che urla, che ride.. che piange.. tu, che se te l'avessero mai detto avresti risposto "sarei capace a fare questo?" e il teatro..fa anche questo.
    excell

     
  • Alle 4:32 PM , Blogger Andrè ha detto...

    non ho mica capito quella storia del libro

     

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