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lunedì, luglio 02, 2007

E che, vedi?,

l'aggettivo "Limitata" potrebbe benissimo essere usato non solo per la macchina.
Ma per tutta la "mia" "famiglia".
E più passa il tempo, più mi rendo conto di non sopportare più i miei genitori.
Sempre più spesso trovo nuovi, piccoli difetti: dai tic ansiolitici di mio padre, ai comportamenti infantili di mia madre, fino ai loro discorsi insensati.
E quasi posso vedere i loro cervellini sforzarsi, fare fatica a capire il cambiamento, il distacco generazionale, abissale, fra loro e me.
Fra loro e noi, se conto pure la Sfranta.

La verità è che non li posso soffrire.
Ci provo, giuro, ma non ci riesco.

Prima di tutto mio padre, che incarna a tutti gli effetti l'inetto sveviano del ventesimo secolo: un omiciattolo con i suoi complessi, le sue manie, le sue fissazioni.
Che non sa fare altro se non le sue cosucce abitudinarie.
Non sa cucinare, non sa fare il caffè, non sa attaccare la stampante al pc, non sa lavarsi i capelli.
No, neanche quello.
Glieli lava mia madre, in quella che può sembrare una posa quasi amorevole: lui sulla sedia, con la testa indietro sul lavandino, e mia madre che gli massaggia la testa.
E più di una volta mi sono trovata a pensare che, sì, potrebbe spingergli benissimo la testa indietro, più indietro, fino a sentire il collo scricchiolare.
E col pollice e l'indice tappargli il naso, mentre con il resto del palmo la bocca.
E spingerlo ancora giù, nell'acqua insaponata di balsamo per capelli.
Invece no, continua a lavarglieli, quei capelli che, cazzo, nonostante i 50 anni passati, non iniziano a diventare bianchi.

Poi c'è mia madre.
Lei è la classica donna del sud che non avrebbe mai il coraggio di divorziare.
Lei è quella con la filosofia del "risparmiare senza spendere".
(Anche) per questo ci ritroviamo con le solite 4 padelle vecchie per cucinare, la serratura della porta che ormai non chiude più, il divanaccio vecchio di 30 anni..
E poi ha quei comportamenti.
I suoi comportamenti..
Quando qualcosa non le va inizia a non rispondere più, non parlare più.
Preferisce stare zitta che chiarire a parole, e smette di fare da mangiare (a me, non a mio padre, ci mancherebbe!), di fare la lavatrice (idem come accanto).
Ha allucchettato il telefono.
Così sono anni che non chiamo più nessuno, da casa.
Lo ha allucchettato perchè "Così non si paga niente".
E va a finire che, per le urgenze, non so come fare.
Come quella volta che babbo aveva preso la macchina e io dovevo andare a lavorare.
E non sapevo come chiamarlo, con il cellulare sempre senza credito (Limitato anche lui) che mi ritrovo.

Ma sopra tutto questo, c'è la Dea Apparenza da venerare.
Le persone non devono sapere.. le persone non devono intuire..
Le persone non sanno che mia madre non parla più da due anni con mio fratello perchè è gay.
Le persone non sanno che mio fratello ha mollato l'uni.
Lei continua a dire che va bene, che gli manca poco ormai per la laurea.
Lei continua a dire, lei continua a fare, lei risparmia, lei vieta..

A volte mi ritrovo a pensare di avere tutti gli elementi a disposizione per un omicidio premeditato.
Ci vorrebbe così poco.
Davvero così poco.

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3 Commenti:

  • Alle 4:23 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

    interessante quadro.. molto simile.. sfortunatamente, a tante altre situazioni..
    excell

     
  • Alle 8:06 PM , Blogger Andrè ha detto...

    per ragioni del tutto simili mi sono levato dalle palle a 20 anni..

     
  • Alle 12:29 PM , Blogger NelFondoDegliOcchi ha detto...

    La storia del "nessuno deve sapere" non mi è nuova!

     

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