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lunedì, marzo 30, 2009

Nel week end ho

fatto nuove conoscenze, mangiato l'aringa, dormito ancora una volta in un letto non mio, bevuto troppo cointreu, parlato con altri genitori cercando invano di capire, usato il diffusore per asciugarmi i capelli, evitato di dormire per non fare incubi, avuto paura per la congestione di ila-m, riso e fatto ridere, aiutato nei preparativi della Festa, trascinato via il papà di sara-sca arrivato in anticipo, guardato rane piccolissime saltellare lungo la strada buia, parlato e ascoltato tanto, fissato a lungo un cartellone mortuario, scacciato via i Ragni della mia mente, fatto tante coccole a Pianerottolo, avuto paura di fare spiacevoli incontri, giocato, abbracciato senza imbarazzo, cercato di dare un supporto morale, promesso di andare a trovare Egi in eramus..

E un sacco di altre cose.

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domenica, marzo 22, 2009

Sto affondando in un sedile di prima classe

del treno regionale di ritorno a casa, quando decido di mettermi a fare il punto della situazione.

Ah, non che io avessi pagato il biglietto per la prima classe eh.. è che un ragazzetto aveva vomitato su mezzo vagone e ci hanno fatto spostare in quello successivo che, bada te!, era di prima classe.
Stiracchio le gambe in avanti e mi godo il contrasto di colore fra i pantaloni verdi, gli scaldamuscoli a righe gialle-blu e le calze a quadrettoni arancioni-rosa-rosso.
A completare l'opera il tocco finale: le scarpe nuove. Viola.

"Ti hanno gettato addosso una secchiata di colore?" commenta scherzosamente Giulia notando la combinazione sopracitata con l'aggiunta di un maglione arancione.
No, è che la mia vita è già talmente nera di suo che non comprendo perchè mi debba vestire di scuro, mi viene da commentare. Non dico nulla, e mi limito a sorridere.
E' vero. E' un periodo che mi vesto "a macedonia", come commentano sarcasticamente i coinquilini del B&B e.. no, non è vero che la mia vita è scura.
Fa quasi strano dirlo ma, nonostante la situazione strana in cui sono impelagata, questo è uno dei periodi più belli che io abbia mai vissuto.
E ci giungo alla conclusione mentre la bambina di quattro-cinque anni del sedile di fronte al mio chiede a sua nonna, ridendo, "Ma sei ancora arrabbiata con me?" e lei le risponde "Per soli altri 5 minuti via.."

A dire il vero sono arrivata a più di una conclusione.
Ho scoperto di avere un sacco di genitori, non biologicamente legati a me, ma che lo sono affettivamente enormemente di più rispetto ai genitoriallacoque.
Ormai non torno a "casa" da quasi un mese sebbene io scenda in maremma tutte le settimane: il più delle volte dormo da sara-sca, e Vanda mi ha dato la disponibilità di un posto letto, con o senza egi.
E' la vicinanza di tutte queste figure materne e paterne che non mi fa minimamente sentire la mancanza dei genitoriallacoque. E non so se essere in colpa o sollevata, per questo.

Ho scoperto di essere ancora in grado di instaurare un rapporto di amicizia (o almeno ci sto provando, con tutte le paure e seghe mentali annesse e connesse), nonostante l'ultima volta che io ci abbia provato sia finita come è finita.

Ho scoperto di detestare le persone approssimative, e di commuovermi di fronte alla delicata accortezza che altre persone hanno, in maniera del tutto innata, e verso le piccole cose apparentemente insignificanti come il disporre dei biscotti su di un piatto invece che lasciarli nel sacchetto (ditemi voi se ci si può commuovere di fronte ad un piatto di biscotti..)

Insomma, credo di essere in un periodo della mia vita particolarmente felice, e so anche che da qui a pochi mesi dovrò prendere delle decisioni importanti, che riguardano il futuro, in particolare lo studio. Mi concedo di finire questo primo anno universitario, e poi vedremo.

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lunedì, marzo 16, 2009

Ieri pomeriggio


che strano pomeriggio!

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venerdì, marzo 13, 2009

A volte quello che ci vuole

è un volo low cost per Palermo.
E mentre le hostes fanno la danza propiziatoria per il volo (per gli stupidi risulta una semplice spiegazione delle regole di soccorso in caso di incidente) pensare che potrei starmene esattamente così, sospesa in aria, per sempre.
A chissà quanti metri di distanza dalla terra, a guardare l'alba e poi giù verso la costa dove le macchine diventano sempre più piccole, come formiche.

Fare colazione 2-3 volte al giorno con cibi sempre diversi, camminare per le strade selvatiche della città, in mezzo alle urla concitate dei venditori ambulanti della Vucceria, del Ballarò e poi ritrovarsi a sorridere verso chi credevi che non avresti mai avuto il coraggio di conoscere. Insistere per dormire tutte e quattro nello stesso letto, come sorelle, anche se in quattro in un matrimoniale fa troppo caldo. Sentire i granelli di sabbia più grossa e bianca fra le dita, e l'acqua cristallina e fredda che bagna le caviglie. Giocare a Jungle speed e fare la lotta per conquistare il totem, mangiare fino a sentirsi male e provare a parlare in siciliano con scarso successo. Poi scattare la prima vera foto di noi quattro dopo quanto? Non so quanti anni ormai che ci conosciamo. E regalarle un porta foto digitale in cui poterla mettere, se le va. Fare le corse e scivolare platealmente in mezzo alla piazza principale di un paesino, provocando l'ilarità di tutti i presenti compresi i cani randagi. Visitare chiese restando a bocca aperta e guardare il panorama dall'alto, lanciando un aereoplanino di carta.
Ritrovarsi a pensare di avere, in fondo,il solito caratteraccio di sempre e combattere contro gelosie immotivate e altri ragni della mente.

Tutto questo, e molto altro ancora, in soli quattro giorni vissuti intensamente come fossero mesi.

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mercoledì, marzo 04, 2009

Se telefonando io..

[Prologo]

Venerdì scorso sono tornata a "casa" per tenere il laboratorio teatrale, come ogni settimana da ormai un mese.
Al ritorno ho preso il coraggio a due mani, e sono andata a parlare con babboallacoque.
Per la prima volta dopo quella giornata.

"Volevo sapere se mi darete ancora i soldi per l'affitto, e organizzarmi di conseguenza"

Risponde con un tono da serpente a sonagli e cerca il modo di fare polemica.
Glie lo faccio notare ed inizia ad alterarsi.
Dalla cucina mi sposto in salotto, e mammallacoque coglie l'occasione per rincarare la dose: inizia un duetto di offese gratuite, soprano e tenore contro un contralto che non ha voce.

Balbetto qualcosa. Urlo. Provo a finire una frase. Mi incrino.
Mi spezzo.
Ben presto sono con le spalle al muro e loro davanti che latrano di tornare a casa il meno possibile.
Pochi minuti dopo sono sul molo dietro casa che piango e ululo dando della puttana alla Luna che non vuole farsi vedere.

A salvarmi arriva sara-sca.
Mi trascina in macchina, mi porta a casa sua e continua a ripetere "mi dispiace" scuotendo la testa.
Ho dormito da lei e sono ripartita la mattina dopo.

[Ieri Mattina]

Il telefono squilla sul letto disfatto.
Lo lascio fare una, due, tre volte. Quando lo recupero ci metto un po' prima di decifrare sullo schermo dai cristalli liquidi rotti che a chiamare è "Babboallacoque 3".
Sospiro. Rispondo.

"Pronto?"
"Ciao."
"..ciao"
"Volevo dirti, come li preferisci i soldi. Sulla postepay o quando torni a casa."
"..."
"..."
"Che soldi?"
"Per l'affitto. Quelli che ti dava mamma."
"Lascia stare, non li voglio. Ti faccio risapere per la seconda rata universitaria."
"Uhm. Va bene."
"Ciao."
"..ma questa settimana torni?"
"No."
"Ah, va bene. Ciao."


..e dovrei credere che sia una telefonata di gentilezza, e non uno sporco modo di pulirsi la coscienza?

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lunedì, marzo 02, 2009

Ancora incubi

A volte sono rincorsa da un coccodrillo attraverso quelli che sembrano uffici.
Solo che tutte le porte sono chiuse, e non posso fare altro che correre sulle piastrelle bianche del corridoio, sapendo che il coccodrillo è più veloce di me e sarà una questione di secondi sentire le sue fauci sulle mie caviglie.

Altre volte l'incubo è più esplicito e c'è direttamente mia madre con quella sua espressione cattiva. Esce dall'asilo delle suore ed io cerco di raggiungerla ma nonostante io corra con tutte le forze lei è sempre più avanti di me. Voglio urlare ma le mie labbra si muovono senza emettere suono. Mi sveglio con il groppo in gola e le lacrime sulla faccia.

Stanotte invece c'erano questi due bambini, il più grande avrà avuto massimo dieci anni, la più piccola cinque o sei. In un'altra stanza c'erano i genitori che urlavano, il bambino mi afferra un braccio e mi fa sentire tutto il male del mondo.
I genitori urlano talmente forte che la lampadina della stanza in cui siamo noi si schianta in mille pezzi: un pezzo di vetro viene ingoiato da un piccione, che soffoca, si sgozza, e muore in una pozzanghera di sangue che la bambina tenta di ripulire con uno straccio.


Non so se sono più inquietanti i miei incubi, o sentire il Signor Burns che trapana una parete a caso, fischiettando Morricone.

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