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venerdì, ottobre 24, 2008

Bollettino Settimanale

Venerdì 17.
Sara-sca mi telefona dicendo che Pianerottolo ha del pus all'occhio.

Sabato 18.
Pianerottolo dal Veterinario.
Responso: va asportato il bulbo oculare destro.
Si consigliano tre giorni di antibiotico.

Domenica 19.
Cure.

Lunedì 20.
Visita dal veterinario.
Responso: ci sono speranze che l'occhio non debba essere asportato.
Rimarrà comunque cieco.

Martedì 21.
Multa di 45 €.

Mercoledì 22.
Visita dal veterinario: l'occhio va asportato.

Giovedì 23.
Operazione.
La vicina di casa muore di tumore dopo ore di agonia.

Venerdì 24.
Soppresso Al il criceto di ila-m. Causa: tumore.


Cosa mi riserverà la prossima settimana?

domenica, ottobre 12, 2008

La naturale evoluzione del "giorno no"

è una di quelle ridicole litigate familiari da film di bassa lega passato su rete quattro.
Quelle che iniziano a causa di una stronzata, uno stupido pretesto per ingigantire tutto e per poi finire a spurtarsi addosso vecchi rancori e ad urlarsi contro offese poco gratuite.

La questione è semplice: non si dovrebbe avere l'incoscienza (incoscienza, sì!) di mettere al mondo figli con i quali non si è capaci di instaurare un minimo rapporto di dialogo fin dall'età di 7 anni, e pretendere all'età di 20 che questi vengano spontaneamente a raccontare di sè e dei propri problemi, e restare shockati se poi questi hanno una crisi di nervi perchè non riescono più a sopportare lo schifo che hanno tutto attorno.

La verità è che io ci spero ancora che imparino a fare i genitori. Che da un giorno all'altro si sveglino e siano comprensivi, e capiscano che è estremamente doloroso diventare adulti senza l'aiuto di nessuno.
E quando mi rendo conto che è solo una mia patetica illusione è ovvio che io porti rancore, che li detesti con tutta me stessa, che mi diano la nausea i loro comportamenti patetici tipo di sepdire la vicina di casa ad indagare cosa c'è che non va.

Aspetto le 15 per partire, andare a casa mia, fare il punto della situazione e decidere di consegenza.

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venerdì, ottobre 10, 2008

Giorno no

Ed ecco il giorno no, come era quasi scontato che arrivasse dopo 3-4 giorni di tranquillità.
Tranquillità sì, perchè in questa setimana ho pensato a mettere da parte le paranoie e ad agire un po' di più.
Beh, niente di eccezionale: ho solo consegnato un po' di curriculum in giro, cercando di pensare positivo.

Ma come può non crollarmi nuovamente tutto addosso, tornando qui nel fine settimana?
La Sfranta è partito per Edimburgo, e lui solo quando e se tornerà.
La camera è desolatamente vuota senza di lui, che si è portato dietro anche i soprammobili delle sue mensole.
Nonostante sia partito solo ieri, mamma ne ha già approfittato per fare l'avvoltoio e ribaltare mezza camera, così che quando oggi sono tornata ho trovato i letti sfatti, con i materassi alle pareti perchè "devono prendere aria".
Tutto, in casa, ha un aspetto patetico: questo vecchio pc che parte solo dopo 4 tentativi, il frigorifero gnomico che nonostante tutto continua ad essere perennemente vuoto, l'orrenda collezione di bambole di porcellana là sopra il pianoforte caduto in disuso.. ed in tutto questo quei due vecchi viscidi ci stanno benissimo. Anzi, Non potrebbero stare da nessuna parte se non qui, in questo disgustoso quadretto finto naif del cazzo.

E mentre a tavola mangiavamo un tenero maialino gentilmente regalatoci dal nostro medico musulmano (al quale i contadini ignoranti regalano ogni mese il maiale più grasso di tutta la cucciolata) mi sono azzardata a toccare il tasto della Limitata, osservando che "Non vi dico di darmi soldi, ma almeno la benzina nella macchina potreste farmela trovare, visto che mi serve per andare al Laboratorio".
Avrei fatto meglio a mordermi la lingua fino a staccarmela, visto il polverone che si è alzato: ma la macchina serve a te mica a me ed io riscuoto solo 200 euro al mese e tua madre non mette mai i soldi in comune e adesso ci si è messo anche tuo fratello che vai a sapere dove sta e con chi vive e cosa fa e cosa pensa di fare e..

E glie le avrei ficcate in culo ad una ad una ad entrambi quelle patatine fritte che sono vent'anni che non le passa prima nella carta assorbente, e che rimangono schifosamente unte.
Mi sono restate sullo stomaco, e per il nervoso ancora non riesco a cenare (ma non ci sarebbe lo stesso nulla per cena), e mi limito a inghiottire litri e litri di caffè a stomaco vuoto, che tanto l'anima amara ce l'ho di già.

lunedì, ottobre 06, 2008

Ok: parliamone.

Visto che oggi pare essere uno dei giorni buoni, perchè non ragionarci su?

Nei giorni scorsi ho temuto di essere il sedicesimo racconto mai scritto da Joyce in Dubliners: ero (sono?) affetta dallo stesso tipo di paralisi dei personaggi.
Probabilmente la lettura di "Due di Due" di De Carlo ha avuto la sua parte negativa, anche se teoricamente avrebbe dovuto farmi l'effetto contrario.. fatto sta che sono stata diversi giorni stesa a pancia in su sopra al letto, a fissare il soffitto, senza avere la minima forza nè voglia di fare qualsiasi cosa tranne che di crogiolarmi nelle mie stesse paure, paranoie e paralisi.

Oggi però, essendo uno di quei rari giorni (pro)positivi, ne approfitto per fissare un paio di obiettivi che probabilmente domani mi sembreranno già impossibili, irraggiungibili, troppo faticosi o difficili per le mie capacità.
Perchè fra il dire ed il fare non c'è di mezzo il mare, ma la volontà ed il coraggio di fare.

Sarà un po' il caso di rimboccarsi le maniche e di tirar fuori il tuorlo?

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