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lunedì, marzo 31, 2008

B like Beer

Potevamo forse mancare al Salone della Birra alla FieraMilanoCity?
In realtà la cosa era mascherata come la 15esima edizione del Cartoomics, ma decisamente gli stand del fumetto sono stati quelli da noi meno frequentati, considerando che in contemporanea c'era anche "La via del cioccolato"(ed il nome dice tutto!)

A parte i 6 euro di biglietto d'entrata ed i 3 € per avere il bicchiere per la degustazione, c'erano questi "gettoni" da un euro. Un gettone corrispondeva a 10 cl di birra; 2 gettoni a 25 cl.
E ce ne erano davvero di tutti i gusti: bionde, rosse, scure, nere, doppio malto, fruttate, alla farina di castagna e chi più ne ha più ne metta!

Una vera e propria arte la birra: tanto il farla quanto il gustarla.
Ma d'altra parte l'ho sempre detto di amare più i pub rispetto ad altri bar o locali.
Oddio, "sempre".
A dire il vero è stata ila-m a farmi scoprire il piacere della birra (e non solo quel piacere. Parlo di leggere Terzani, che credevate maiali/e? =P)

Abbiamo volutamente evitato gli orari di maggiore affluenza, e alle 21.00 eravamo già a casa, un po' sobrie, coi portafogli più leggeri ma decisamente coi palati felici.
Dopotutto.. ci sono due modi in cui io ed ila-m amiamo spendere i soldi: in cibo e in libri.
I viaggi sono, per il momento, ancora troppo costosi.
Anche se abbiamo entrambe il sogno nel cassetto di visitare qualche posto incontaminato dall'attuale modello di società (ammesso che ancora ne esista uno).
Io opto per l'Africa o l'India! Devo solo riuscire a convincere ila-m! ;)

A proposito di ila-m: reclama coccole e chiacchiere a bassa voce dal letto.
E non mi va affatto di farla aspettare!

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giovedì, marzo 27, 2008

AAA Cercasi disperatamente Primavera

che abbia i seguenti requisiti:
- temperatura minima sui 25°C,
- più di due rondini,dato che una non fa primavera,
- sole che spacca le pietre,
- alberi che mettono le foglie nuove,
- fiori che nascono nei prati.

Asternersi perditempo.

(La verità è che non ce la faccio più ad andare in giro con maglioni, sciarpa e cappotto ad aprile!)

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giovedì, marzo 20, 2008

Cosmopolitismo e globalizzazione

Leggendo "Un indivino mi disse", del Maestro Tiziano Terzani, è inevitabile riflettere su queste due parole.

L'idea di cosmopolitismo (dal greco kosmos: terra e polites: cittadino) è una cosa che mi piace. Adoro andare in giro per Milano e vedere la multi-etnicità!
Cinesi, indiani, arabi, italiani, inglesi: tutto questo incontrarsi di facce dai tratti somatici deliziosamente diversi.. sullo stesso suolo.
Insomma: mi piace vedere il mondo come un'unica, grande città senza confini (e per "città" non intendo metropoli!) in cui ogni persona è un cittadino del mondo, che conserva però le proprie radici culturali.

Ed è proprio qui che nasce l'equivoco, perchè troppo spesso le parole che danno il titolo al mio post vengono confuse.
Il risultato?
Progressivamente, l'idea cosmopolita è mutata in un'arida globalizzazione, in cui la cultura occidentale fa da padrona.
E' per questo che quegli stessi cinesi, indiani, arabi, italiani ed inglesi citati di sopra.. erano tutti uguali! Stesso taglio di capelli, stessi vestiti, spesso ahimè stessa religione, stessa lingua (che faccia che ho fatto la prima volta che ho visto una cinese parlare in un correttissimo milanese DOC!)
E la cultura?
Possibile che la cultura di un popolo, in altri Paesi, venga comunicata al massimo attraverso la parte del business? Mi riferisco alla ristorazione, come agli ormai quotatissimi corsi di Yoga, che in occidente sono ormai travisati dal loro originario significato. E temo che gli esempi siano molti, tanti! Troppi!

La globalizzazione ha portato all'appiattimento delle varie culture: basti pensare che le grandi metropoli di tutto il mondo sono uguali: visitare Milano è come visitare Berlino, fatta eccezione per i monumenti che, appunto, fanno parte della antica cultura di un determinato popolo, di una determinata nazione e via dicendo.
E' per questo che inorridisco quando sento parlare della lotta contro il velo delle donne musulmane portata spesso avanti dalla nostra società.
Chi siamo noi per imporre la nostra cultura, religione, modo di vivere sulle altre?
Cosa abbiamo in più?
E' per questo che rabbrividisco quando in tv vedo documentari sull'africa in cui scorrono le immagini di donne africane vestite con abiti occidentali.

Mi preoccupa il vizio che la cultura occidentale ha sempre avuto (ad iniziare dalla religione cristiana, che, personalmente credo sia la causa di ogni male) di voler portare, imporre la propria cultura sulle altre.
Presto, molto presto non avremo più etnie, non più tradizioni, non più culture diverse.

Presto saremo tutti dannatamente, aridamente uguali!


Ehh, torna a leggere il Maestro và..

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mercoledì, marzo 19, 2008

Coinquiline

Credo di aver perso il conto del ricambio, ormai.
All'inizio erano: a) la stagista dell'unicredit; b) la studentessa di ingegneria aerospaziale.
Poi a), come accade ad ogni stagista, non è stata assunta. Ed è battuta in ritirata, iniziando la vita da precaria. Mentre b) se ne è andata dopo una lite con Highlinder.

Ad a) e b) sono subentrate: c), la bigotta fascista e d) la finta bigotta. Un paio di mesi e c) ha cambiato casa, causa umidità che colpisce duramente -a quanto pare- solo l'altra stanza.

Ma parliamo di e), la nuova arrivata!
e), la 27enne polacca col tacco 12 rigorosamente rouge passion.
- E' bionda: un punto a sfavore;
- E' tinta: altro punto a sfavore;
Se poi ci mettiamo il rapporto che ha con Pianerottolo, ovvero: "quando io mangiare tu stare chiuso in stanza di rrraggazze!"

..mhh.
Oh, e poi a me una che si trasferisce in Italia per andare a vivere con un ragazzo conosciuto in chat e che lascia in Polonia il bimbo di 4 mesi.. bàh!
Fortuna che fra una dozzina di giorni l'appartamento di fronte di aspetta!

Ah, quasi dimenticavo le aggiunte al post precedente: uno e due!

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mercoledì, marzo 12, 2008

Ma.. Pianerottolo?

Caccia all'intruso!

Trovato?
Ebbene, che non sia un gatto normale lo avevo già anticipato nel post sottostante.
Altre prove?

Non ha paura dell'acqua.
Anzi.. qui è alle prese con il tappo del lavandino (o con lo spazzolino da denti della coinquilina, a seconda dei casi).
E quando viene colto con le zampe nel sacco, cosa fa?
Gli occhioni alla "gatto con gli stivali" di Shrek e fa le fusa, il ruffiano!

Per lo meno è un gatto pulito: si lava sempre dopo aver mangiato di tutto.

E nonostante tutto questo, resta il Re della casa, quello che pretende le coccole da appena sveglio e prima di addormentarsi, e che continua a miagolare fino a che non viene accontentato.
Che guarda Lost assieme a me ed ila-m, sul divano, scaldandoci le gambe; che mangia patatine, burro, biscotti, crackers, tonno, latte e chi più ne ha più ne metta!

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domenica, marzo 09, 2008

Festa della Donna

Ieri me la sono vista tornare a casa con questo enorme mazzo di mimose in braccio.

La foto non le rende giustizia, ma è una vera impresa riuscire a tener lontano Pianerotto che, essendo un gatto trans (nel senso che si sente cane) e femmina inside, tenta di strusciarsi sulla pianta.

Posso assicurare che dal vivo è molto, molto meglio.

Piccolo particolare: un rametto di.. ciliegio?

Quando dico che 3 anni e mezzo assieme son pochi.. ;-)

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giovedì, marzo 06, 2008

Dolce Maremma amara

Tutti mi dicon "Maremma, Maremma.."
ma a me mi pare una Maremma amara,
l'uccello che ci va perde la penna
io c'ho perduto una persona cara.
Sia maledetta Maremma Maremma, sia maledetta Maremma e chi l'ama.
Chi va in Maremma e lassa l'acqua bona
perde la dama e mai piú la ritrova,
chi va in Maremma e lassa la montagna
perde la dama ed altro non guadagna.

Sia maledetta Maremma Maremma, sia maledetta Maremma e chi l'ama.

[Canzone Popolare - Metà dell'800 ?]


Sarò maledetta allora: questa dolce Maremma amara io la amo.
Perchè è capace di stupirmi sempre, di emozionarmi in modi diversi.
E questa volta non è stato solo uno stupendo tramonto a sconvolgermi, ma delle notizie ricevute, dei comportamenti notati.

La sorella di F., appena diciottenne, che si sposa ad inizio Agosto;

la mia insegnante di teatro in "dolce attesa";

ed infine la notizia più pesante, quella di cui ancora non mi capacito. Perchè di fronte alla crudeltà, all'ingiustizia della malattia, non c'è consolazione. Ho rivisto la mamma di sara-sca. Sempre più magra, sempre più debole. Sempre più fragile, con quelle sue ossa che bucano da tutte le parti nell'abbraccio.

Poi c'è questo strano rapporto che ho instaurato con mamma, e di cui incosciamente, probabilmente, avevo bisogno.
Le lasciavo i biglietti di buongiorno sul tavolo, la sera prima. E mi sono sentita così.. così piena di tenerezza a leggere le sue risposte la mattina dopo. Con quella scrittura un po' infantile da poco esercizio, e sgrammaticate di chi la terza media l'ha presa solo per orgoglio.
Così, sono confusa. Non so cosa pensare all'idea che io le manco.
Perchè le manco, me ne sono accorta.
Me ne sono accorta perchè mi ha comprato il latte fresco, il Latte Maremma, quello intero.
E mi voleva a tutti i costi comprare qualche vestito. E' così che lei è abituata ad esprimermi il suo bene, purtroppo.
Ma quello che ho apprezzato di più è stato l'abbraccio di quando sono tornata a casa.

E poi c'è mio padre, con la Belva: il suo computer nuovo da non-so-quanti-giga di memoria.
Lui, ed i suoi tornei di scacchi di cui mi ha parlato con tanto fervore che.. come potevo interromperlo e dirgli che non ero interessata?
In fondo.. forse non è vero che non ero interessata.

E' stato un ritorno diverso, anche questa volta, nella mia dolce Maremma amara.

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