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giovedì, febbraio 28, 2008

Volver

Yo adivino el parpadeo
de las luces que a lo lejos
van marcando mi retorno.

E' da un po' che ne parliamo a bassa voce io ed ila-m, abbracciate nel cuore della notte.

Son las mismas que alumbraron,
con sus palidos reflejos,
hondas horas de dolor.

C'è questa possibilità di volver.. di tornare.

Y aunque no quise el regreso,
siempre se vuelve al primer amor.
La quieta calle donde el eco dijo:
"Tuya es su vida, tuyo es su querer!"
Bajo el burlon mirar de las estrellas
que con indiferencia hoy me van volver.

Tornare in Toscana, intendo.

Volver,
con la frente marchita,
las nieves del tiempo
platearon mi sien.

No, non che le cose vadano male a Milano, anzi.
Abbiamo visto che la convivenza funziona, ed anche bene.
Però..

Sentir,
que es un soplo la vida.
que veinte años no es nada,
que febril la mirada
errante en las sombras
te busca y te nombra.

Però Milano è Milano.
Con i suoi pregi ed i suoi difetti: difetti che si fanno sempre più evidenti ai miei occhi, quando torno dalla Toscana.

Vivir,
con el alma aferrada,
a un dulce recuerdo,que lloro otra vez.

In questi giorni, ad esempio, mi sono stupita del verso dei gabbiani. Del verde dei campi. E mi sono accorta, forse per la prima volta in vita mia, della parlata Toscana.

Tengo miedo del encuentro
con el pasado que vuelve
a enfrentarse con mi vida.

E questo non è quello che voglio: non voglio abituarmi al grigio, alla nebbia, allo smog.
Non voglio abituarmi al ritmo frenetico della città.
Perchè io non sono fatta per la città.

Tengo miedo de las noches
que, pobladas de recuerdos,
encadenan mi soñar.

Ci saranno presto dei cambiamenti.

Pero el viajero que huye
tarde or temprano detiene su andar.
Y aunque el olvido,
que todo destruye,
haya matado mi vieja ilusion,
guardo escondida un esperanza humilde,
que es toda la fortuna de mi corazon.

Siamo piene di progetti, che ci stimolano e ci rendono vive.
Che ci fanno sorridere al pensiero che lo possiamo fare.
Noi possiamo fare questo passo.

Volver,
con la frente marchita,
las nieves del tiempo platearon mi sien.

Un passo che non è all'indietro, sebbene all'apparenza lo possa sembrare.

Sentir,
que es un soplo la vida,
que veinte años no es nada,
que febril la mirad
a errante en las sombras
te busca y te nombra.

Perchè tornare alla propria Terra non significa necessariamente fare un'inversione ad U.

Vivir,
con el alma aferrada
a un dulce recuerdo,
que lloro otra vez.

Una sola parola: Firenze.

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domenica, febbraio 24, 2008

Post telegrafico

Il chicken Tikka Masala a mio avviso aveva troppo zenzero, Ila-m se lo è praticamente sbranato.
Ho chiesto la vera ricetta alle ragazze del gruppo di danza indiana, che ormai mi hanno adottata nei 10 minuti antecedenti il laboratorio teatrale.
A fine del prossimo mese io, ila-m e Pianerottolo ci trasferiremo nell'appartamento di fronte, quello da due.
Forse (molto forse) presto ci raggiungerà la Sfranta.
Oggi se ne è andata via egi, che aveva fatto un salto qua da noi per 3-4 giorni.
Martedì scendo in Toscana, per fare il pieno di salmastro e tornare nelle nebbie Padane.
Adesso a nanna, che domani mattina sveglia alle 8.00 per altre 4 ore di (massacrante) workshop teatrale: ho lividi in ognidove.

Buonanotteallacoque!

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martedì, febbraio 19, 2008

In a Persian (asian) market

Premessa

Quando suonavo-
No, ricominciamo.
Quando prendevo lezioni di pianoforte-
Ok, verità nuda e cruda: quando alle scuole medie tentavo di suonare il pianoforte, la mia professoressa mi dette oltremodo fiducia, assegnandomi questo pezzo di un tale Albert Ketelby.
Inutile stare a sottolineare di essere arrivata alla terza-quarta pagina al massimo delle dodici che componevano il brano.

Fine premessa

Quelle tre paginette, però, mi sono rimaste abbastanza impresse.
Tanto da uscire fuori dalla mia testa questa sera quando, alla disperata (anzi vana) ricerca del (della?) garam masala, dopo essere rimasta delusa dalla Lidl -che di orientale ha solo cibi thailandesi- mi sono imbarcata in un negozio alimentari asiatico.
Ora.
Il primo grillo che mi è saltato alla testa è la fissa della pulizia del negozio.
Tutti quegli scaffali con le scatolette con le etichette illeggibili (perchè in lingua originale) ammassate l'una sopra l'altra, o i grandi sacchi di riso e legumi secchi vari mi hanno fatto storcere il naso.
Dopo i primi dieci minuti di ricerca, poi, il pregiudizio è svanito.
Dopotutto ne ho viste di peggio, come ad esempio pizzerie italianissime piene di scarafaggi (l'altra faccia della medaglia del lavorare nei ristoranti, ahimè). O piattole cadere dal soffitto di Ristoranti veneziani.
Quindi, dopo un po' tutto quel casino (si, era proprio un casino) di merci imbustate, di bottigliette di vetro con salsine, di spezie, di lattine di latte di cocco, di piadine congelate, di pesce essiccato e robe simili.. ha iniziato a piacermi.
Cioè, ci prendevo proprio gusto a tentare di decifrare cosa potessero essere!

La cosa è poi diventata imbarazzante, dopo i 15 minuti di permanenza nel minuscolo negozietto.
Eh sì, perchè ad un certo punto mi son sentita osservata.
E così mi sono accorta che lì dentro ero l'unica italiana: c'erano messicani, arabi, venezuelani (?)..ma io ero l'unica italiana.
E questa cosa è diventata immediatamente imbarazzante, perchè mi sono sentita "diversa",e fuori luogo, con quegli occhi puntati addosso da un uomo di cinquanta e passa anni, scuro come una castagna e dalla pelle vizza come fosse carpaccio arrotolato.
Quella mia sensazione è stata confermata subito dopo aver chiesto ad uno dei ragazzi che lavorava lì se aveva della Curcuma.
Lui mi ha guardato con l'espressione di chi non capisce, e ha balbettato "Cu-curcuma?".
Allora ho sorriso, scuotendo il capo. L'ho rngraziato e mi sono rituffata alla ricerca.

Alla fine ho trovato da sola quello che cercavo.
Curcuma e semi di coriandolo, che adesso se ne stanno allegramente mischiati a dello yogurt bianco intero, a del sale, pepe, zenzero e salsa di pomodoro.
A far marinare per tutta la notte dei bocconcini di pollo.

Domani saprò dire come e se mi sarà riuscito il pollo Tikka Masala.

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giovedì, febbraio 14, 2008

Il negozietto del thè

La Milano che amo è quella nascosta nel ventre della città.
Sono i vicoli stretti che ti fanno pensare di essere altrove.
Sono quelli in cui ti ritrovi a guardare vecchi negozi di vestiti antichi, di gallerie d'arte e di mercerie. Ed erboristerie dalle vetrine maniacalmente ordinate, con i prezzi al posto giusto ed i manifesti degli spettacoli teatrali attaccati alle porte.

Ed è bello perdersi in questo intrico di viuzze, a braccetto con ila-m.
Senza tenere conto di niente e di nessuno.
Senza guardare l'orologio.
Senza fretta.

Poi, forse per coincidenza o per magia, ti ritrovi davanti alla vetrina del negozio che, inconsapevolmente, stavi cercando.

E' più o meno così che sono arrivata per la prima volta al Negozietto del thè: inutile tentare di risalire alla via tramite la cartina traditrice.
Ma d'altronde io ho sempre fatto così.
Saputa più o meno la zona, preferisco cercare a tentativi.

E chi se lo sarebbe mai aspettato di trovarselo davanti così: una porta talmente piccola che sarebbe potuta tranquillamente passare inosservata, se non fosse stato per quel forte odore di thè che mi solleticava le narici.
"Può accostare la porta, per favore?" mi ha domandato la ricciola, mentre stava facendo annusare ad un cliente il thè, da una grossa scatola di latta rossa.
Il bello di quel negozietto del thè è che è minuscolo.
Davvero, microscopico.
Ma ordinatissimo: in ogni parete ci sono diversi scaffali, in cui le scatole di latta sono meticolosamente suddivise a seconda del tipo di thè.
Verde cinese, verde giapponese, nero arabo,speziato, thè per ogni gusto e costo. Dai 3-4 euro all'etto fino ai 30 e passa!

Quando ci ho portato ila-m per la prima volta è rimasta stupita.
Poi lo stupore ha lasciato spazio alla curiosità,e ci siamo ritrovate ad annusare quello e quell'altro gusto. E ce n'è davvero di ogni genere! Dal gusto Torta Sacher a stuzzicanti nomi come "Dolce tentazione", quello con le stelline di cioccolato bianco.

Poi ci sono queste.. "palline di foglie di thè".
Non ho saputo resistere e ne ho prese un paio.
In pratica basta versarci sopra dell'acqua sui 70-80°C e lasciarle in infusione per una decina di minuti: la pallina si schiude e dall'interno esce fuori questo fiorellino (due, nella foto).
E ci sono anche diversi tipi di fiori!
Insomma, decisamente molto "zen" come cosa!

E non vedo l'ora di provarne altri, perchè fanno anche un bell'effetto come ornamento per casa!

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giovedì, febbraio 07, 2008

Uovoallacoque, ila-m, noi, passato, presente

A E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l'occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po' e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuo collo i tuoi seni il tuo culo il tuo

e sedermi a fumare sulle scale finchè il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finchè tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell'orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e l'altro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perchè credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell'angelo dell'albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perchè non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perchè riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando poi te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perchè anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente fin dalla prima volta che te l'ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perchè è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perchè so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perchè è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancor peggiore e far l'amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell'/ assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te.

[ Tratto da: Crave - Sarah Kane ]

In questo pezzo ho trovato tracce di noi. Del nostro presente, del nostro passato.
E' così pieno di amore che mi sono commossa, leggendolo sul tram mentre andavo a teatro.

Sarah Kane si è suicidata nel 1999.
Stasera ho contattato tramite mail un aiuto regista che lo scorso anno mi ha fatto un workshop teatrale, e che nel 1997 la incontrò, mettendo in scena la sua prima opera: Blasted.

E' che, dopo aver letto le sue opere.. io ho bisogno di sapere qualcosa in più di lei.
Non mi basta una sua foto.

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domenica, febbraio 03, 2008

Twenty Years

There are twenty years to go,
A golden age I know,
But all will pass and end too fast you know.

That's the end - and that's the start of it
That's the whole - and that's the part of it
That's the high - and that's the heart of it
That's the long - and that's the short of it
That's the best - and that's the test in it
That's the doubt - the doubt, the trust in it
That's the sight - and that's the sound of it
That's the gift - and that's the trick in it

You're the truth, not I

[Placebo - Twenty Years]

E sono venti per ila-m.
Beh, a dire il vero oggi sono venti ed un giorno, ma alla fine ieri siamo tornate a casa tardi e non avevo più voglia di mettermi al pc.
Che poi il post sarebbe andato comunque alla data di oggi, quindi tanto vale.
Ad ogni modo, per festeggiare l'ho portata al Ristorante Indiano!

Il locale è in un bugigattolo di via, dalla parte opposta al Castello Sforzesco.
Il locale è veramente bello, con le pareti pitturate e adornate da quadri, e queste enormi lampade che scendono dall'alto..
L'unica cosa è che abbiamo (?) fatto la cazzata di non prenotare, così il tempo per cenare è stato quel che era.
Ma è stato abbastanza per capire che:

- Ila-m crede che gl'antipasti e il riso siano migliori al cinese;
- io non mangerò mai più riso indiano;
- il pollo (tandoori e tikkamasala) è straordinario.

E poi sinceramente a me è piaciuto anche l'antipasto Samosa & Pakora.
Anche il pane chees naan mi è piaciuto!
Insomma, preferisco l'indiano al cinese, ecco.

Comunque, per farmi perdonare della cena frettolosa dopo l'ho portata al Rhabar, così si è rifatta un po' gli occhi ;)
No, a parte gli scherzi: di sabato sera è veramente iper-pieno, ed io che sono egocentrica poi continuavo a sentirmi gli occhi puntati contro. E mi sembrava di vedere queste butch sbavare, e ringhiare sussurrando "Te mangiooo!".
Ma sarà stata sicuramente solo un'impressione, ecco.
(J, dai: ti prometto che prima o poi verremo al karaoke, che magari è anche meno affollato! :P )

Mentre tornavamo a casa con il tram, nonostante stesse cascando letteralmente di sonno mi faceva di quei sorrisi..
Di quei sorrisi che me ne basterebbe anche solo la metà, per farmi sentire così tanto amata.

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